sabato 14 agosto 2021

IL MIO MONDO BRUCIATO di Brian W. Aldiss

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Il romanzo è ambientato in una Terra futura devastata dalla sovrappopolazione e dall'inquinamento. La necessità di coltivare cibo a sufficienza ha costretto l'uomo ad utilizzare fino allo sfinimento ogni forma di terreno col risultato finale che la terra stessa è ormai un veleno e il cibo da essa generato deve essere trattato per alleviarne, almeno in parte, i suoi effetti mortali. La produzione è comunque insufficiente e la fame è una condizione ormai cronica per ogni individuo. Il lavoro nei campi è talmente duro e pericoloso per la salute che viene praticato soltanto da prigionieri, radunate in comunità guidate da un agricoltore; prigionieri la cui vita vale meno di quella di macchine o robot e vengono usati proprio in lavori dove questi ultimi potrebbero essere danneggiati.
L'Occidente è allo sfascio; le nazioni più potenti sono quelle africane che per decenni si sono combattutte tra loro ma ora apparentemente unite in una sorta di confederazione, retta però più dal carisma di un politico eccezionale che dà una vera e propria struttura stabile. Le città sono staccate dal suolo e dai suoi miasmi; comunità di criminali indipendenti che rifiutano di sottomettersi al nuovo ordine oppressivo, i viaggiatori, vagano per le zone coltivate, proprietà degli agricoltori, mentre il clima di follia generalizzata ha riprecipitato la maggior parte della popolazione in strani culti animisti; tra le fasce più abbienti invece c'è chi predica l'astensione dalle attività riproduttive al fine di riuscire finalmente a ridurre la popolazione.
Lo scenario del romanzo è un classico del genere distopico ma la realizzazione ha caratteri originali e unici nel genere. L'attenzione alla terra, ormai velenosa, e sul cibo, doppiamente maledetto sia per la sua assenza, che provoca una onnipresente fame, che per la sua presenza, in quanto ormai vettore dei veleni del suolo, permea l'intera opera in maniera quasi soffocante. Pochi dettagli sono forniti sul passato, su come si è giunti a questa terribile condizione; anche la vita del protagonista dell'opera viene ricostruita solo a tratti tramite alcuni flash back.
La sensazione di trovarsi davanti ad una sorta di nebbia mentale, un velo di follia che permea il mondo intero, è esacerbata dalle allucinazioni vissute dal protagonista; allucinazioni che talvolta, in maniera crediamo volutamente equivoca, sembrano essere condivise da altri personaggi e quindi essere parte della realtà, non fantasie della mente, ma della cui natura nulla viene spiegato.
La prima parte dell'opera trascina il lettore in una sequela di scene apparentemente isolate come un susseguirsi di sogni folli del protagonista; un certo filone narrativo più o meno coerente emerge nella seconda metà del romanzo, che si conclude però in maniera piutosto scontata, banale. Nel complesso, quindi, consigliamo la lettura principalmente agli amanti del genere distopico, più per una certa originalità nella presentazione del tema, nelle suggestioni evocate, che nella sua effettiva realizzazione.

martedì 10 agosto 2021

Antologia LE CITTA' CHE CI ASPETTANO

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Discreta antologia che contiene diversi racconti, quasi tutti brevi ovvero al massimo una decina di pagine l'uno, sul tema dell'evoluzione futura delle città. Tale argomento è talvolta usato soltanto come spunto, con racconti che finiscono a trattare di tutt'altro; in altri casi invece è effettivamente al cuore dell'opera e rilevante nell'intreccio. Quasi tutti i racconti hanno in comunque, comunque, un approccio tendenzialmente distopico con temi ricorrenti quali la sovrappopolazione o l'inquinamento; la limitata lunghezza di ciascuno impone chiaramente dei limiti all'impianto concettuale e, spesso, il contesto è descritto soltanto da qualche riferimento o da un numero limitato di indizi.
Tra tutti i racconti presenti, ci sentiamo di raccomandare in particolare Il Burocrate, o la Città Programmata di Robert Silverberg, una ben riuscita variazione sul genere del mondo-città di Trantoriana memoria.