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Il romanzo è ambientato presumibilmente sul finire dello scorso secolo in uno scenario descritto con tratti tipici della distopia apocalittica. Gli abitanti dell'Inghilterra, ma più in generale il mondo intero, precipitano in una sorta di follia collettiva che sfocia nella xenofobia esasperata fino alla disgregazione stessa degli stati nazionali. Il contesto non è però descritto in maniera lineare bensì con toni visionari, al limite dell'assurdo, il cui emblema è il paradossale movimento politico inglese che incolpa di tutti i mali della società gli "extraterrestri" che si sarebbero infiltrati e camuffati come esseri umani.
Il protagonista del romanzo è Ryan, un energico imprenditore di successo, che, assieme ai suoi familiari, sembra essere uno dei pochi ad aver conservato il lume della ragione, circondato da folli. La pazzia in realtà entra anche nella sua casa: sua moglie è infatti perennemente sull'orlo del collasso e non riesce più a sopportare il contatto o anche solo la vista del prossimo, di chiunque non appartenga alla sua cerchia famigliare. Ryan e alcuni parenti e amici stretti si riuniscono periodicamente presso l'appartamento del protagonista, da dove spesso e volentieri assistono a scene di ordinaria follia verificarsi per strada.
Ryan e il suo gruppo alla fine optano per una drastica soluzione: abbondare il pianeta Terra, fuggendo a bordo di una astronave non più utilizzata verso un pianeta abitabile scoperto da poco. Ciò che accade in seguito a bordo dell'astronave è però destinato a rimanere un mistero anche per il lettore, alla cui interpretazione sono lasciati gli eventi narrati in un continuo oscillare tra realtà e incubo, fantasia e immaginazione.
La narrazione procede su un doppio binario alternando i paragrafi ambientati a bordo dell'astronave con flash back che ricostruiscono gli antefatti avvenuti sulla Terra e la storia di Ryan e della sua famiglia. Dal punto di vista stilistico l'opera è sicuramente molto valida, l'autore riesce ad adattare perfettamente tono e forma espressiva alla follia che impregna le pagine del romanzo. Dal punto di vista della trama però l'opera è deficitaria, lasciando il lettore brancolare nel buio per buona parte del romanzo, soprattutto nel finale mentre il retroterra storico che ha portato alla follia collettiva è in realtà privo di consistenza. Per questi motivi consigliamo la lettura di questo romanzo soltanto agli appassionati della fantascienza d'introspezione a tinte oniriche / orrifiche più che agli amanti del genere più "classico".
sabato 26 aprile 2014
domenica 13 aprile 2014
DE BELLO ALIENO di Davide Del Popolo Riolo
scheda completa de De Bello Alieno
Commento:
Il romanzo è ambientato nella Roma del 44 a.C. ma con una fondamentale differenza rispetto alla storia realmente accaduta. In questo universo alternativo, Cesare, costretto all'esilio da Silla, non si è cimentato nella carriera militare e politica che ben conosciamo ma ha dedicato il suo ingegno alla scienza, guadagnandosi tra i suoi compatrioti il titolo di Magister Machinarum. Le invenzioni di Cesare hanno rivoluzionato Roma, dotandola di treni e bighe a vapore, di opifici (la versione alternativa delle moderne fabbriche), di armi da fuoco e artiglieria per i suoi eserciti.
Come detto, Cesare non si è cimentato nel cursus honorum tradizionale per ogni patrizio, ma la sua influenza politica, anche in questa realtà parallela, si fa sentire attraverso la sua fitta rete di alleanze che comprende Crasso (al quale le formidabili armi di Cesare hanno consentito di vincere i Parti a Carre), Cicerone, Catullo (in questa vita senatore), Antonio e vari altri personaggi. Nonostante le res novae di Cesare abbiano conferito maggior potere e ricchezza a Roma e una vita più agiata ai suoi abitanti, c'è chi ha in odio Cesare e le sue macchine: è Catone, il quale si scaglia contro la modernità che ha corrotto lo spirito di Roma e della repubblica.
I contrasti interni sono però destinati a passare in secondo piano giacchè una minaccia ben più grave incombe su Roma. Come il titolo lascia presagire si tratta di una minaccia proveniente dal cosmo, dove creature malvagie invidiano la fortuna che sta arridendo a Roma e ne pianificano la distruzione. Soltanto Cesare, naturalmente, potrà fermare questi alieni apparentemente invincibili grazie all'ultima delle sue scoperte.
L'originalità è sicuramente il punto forte del romanzo: la reinterpretazione in chiave scientifica del personaggio di Cesare credo non abbia alcun precedente. Anche diversi altri personaggi della storia di Roma (Cicerone, Pompeo, Crasso, Antonio, Catullo, Catone...) sono chiamati in causa dall'autore, rimodellati a seconda delle necessità, dando corpo e consistenza all'ucronia e facendo riscoprire al lettore uomini e donne le cui gesta egli ha imparato fin da piccolo sui libri di scuola.
Arrichiscono il tutto diversi introduttivi brani posti all'inizio di ogni capitolo, che l'autore immagina facenti parte de La Vita di Cesare di Plutarco o delle lettere di Cicerone. Il romanzo è scritto in stile epistolare, alternando lettere e brani tratti da diarii, una scelta che a mio parere ben si adatta con lo svolgersi della vicenda. Essa è in realtà infatti abbastanza limitata a livello di puro intreccio narrativo; le lettere che i vari personaggi si scambiano tra loro permettono di superare questo empasse e di immergere il lettore nella vita e nella società di questa Roma alternativa, la cui descrizione è il vero focus del romanzo.
Degli alieni si sa ben poco: se si esclude il capitolo finale, questi monstra rimangono sullo sfondo della vicenda, relegati al ruolo di minaccia misteriosa che incombe su Roma ma privi di una reale consistenza narrativa. Proprio il finale è la parte sicuramente più debole dell'intero romanzo: affrettato, abbozzato, quasi che l'autore stesso sia stato colto alla sprovvista, impreparato come la maggior parte dei Romani, una volta che la tetra minaccia aliena si è davvero materializzata alle porte della Città Eterna.
Nonostante questa pecca, l'opera rimane comunque una lettura assolutamente interessante e innovativa sia per i contenuti che a livello di stile, in grado, secondo me, di stimolare la curiosità di variegate tipologie di lettore. Il finale lascia aperta la possibilità di un seguito, speriamo che l'autore sia della medesima intenzione.
Commento:
Il romanzo è ambientato nella Roma del 44 a.C. ma con una fondamentale differenza rispetto alla storia realmente accaduta. In questo universo alternativo, Cesare, costretto all'esilio da Silla, non si è cimentato nella carriera militare e politica che ben conosciamo ma ha dedicato il suo ingegno alla scienza, guadagnandosi tra i suoi compatrioti il titolo di Magister Machinarum. Le invenzioni di Cesare hanno rivoluzionato Roma, dotandola di treni e bighe a vapore, di opifici (la versione alternativa delle moderne fabbriche), di armi da fuoco e artiglieria per i suoi eserciti.
Come detto, Cesare non si è cimentato nel cursus honorum tradizionale per ogni patrizio, ma la sua influenza politica, anche in questa realtà parallela, si fa sentire attraverso la sua fitta rete di alleanze che comprende Crasso (al quale le formidabili armi di Cesare hanno consentito di vincere i Parti a Carre), Cicerone, Catullo (in questa vita senatore), Antonio e vari altri personaggi. Nonostante le res novae di Cesare abbiano conferito maggior potere e ricchezza a Roma e una vita più agiata ai suoi abitanti, c'è chi ha in odio Cesare e le sue macchine: è Catone, il quale si scaglia contro la modernità che ha corrotto lo spirito di Roma e della repubblica.
I contrasti interni sono però destinati a passare in secondo piano giacchè una minaccia ben più grave incombe su Roma. Come il titolo lascia presagire si tratta di una minaccia proveniente dal cosmo, dove creature malvagie invidiano la fortuna che sta arridendo a Roma e ne pianificano la distruzione. Soltanto Cesare, naturalmente, potrà fermare questi alieni apparentemente invincibili grazie all'ultima delle sue scoperte.
L'originalità è sicuramente il punto forte del romanzo: la reinterpretazione in chiave scientifica del personaggio di Cesare credo non abbia alcun precedente. Anche diversi altri personaggi della storia di Roma (Cicerone, Pompeo, Crasso, Antonio, Catullo, Catone...) sono chiamati in causa dall'autore, rimodellati a seconda delle necessità, dando corpo e consistenza all'ucronia e facendo riscoprire al lettore uomini e donne le cui gesta egli ha imparato fin da piccolo sui libri di scuola.
Arrichiscono il tutto diversi introduttivi brani posti all'inizio di ogni capitolo, che l'autore immagina facenti parte de La Vita di Cesare di Plutarco o delle lettere di Cicerone. Il romanzo è scritto in stile epistolare, alternando lettere e brani tratti da diarii, una scelta che a mio parere ben si adatta con lo svolgersi della vicenda. Essa è in realtà infatti abbastanza limitata a livello di puro intreccio narrativo; le lettere che i vari personaggi si scambiano tra loro permettono di superare questo empasse e di immergere il lettore nella vita e nella società di questa Roma alternativa, la cui descrizione è il vero focus del romanzo.
Degli alieni si sa ben poco: se si esclude il capitolo finale, questi monstra rimangono sullo sfondo della vicenda, relegati al ruolo di minaccia misteriosa che incombe su Roma ma privi di una reale consistenza narrativa. Proprio il finale è la parte sicuramente più debole dell'intero romanzo: affrettato, abbozzato, quasi che l'autore stesso sia stato colto alla sprovvista, impreparato come la maggior parte dei Romani, una volta che la tetra minaccia aliena si è davvero materializzata alle porte della Città Eterna.
Nonostante questa pecca, l'opera rimane comunque una lettura assolutamente interessante e innovativa sia per i contenuti che a livello di stile, in grado, secondo me, di stimolare la curiosità di variegate tipologie di lettore. Il finale lascia aperta la possibilità di un seguito, speriamo che l'autore sia della medesima intenzione.
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