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L'antologia raccoglie alcuni racconti di Philip Klass, noto con lo pseudinimo di William Tenn. Le opere spaziano su vari temi, trattati nella maggior parte dei casi con una vena umoristica. Raccomandiamo in particolare La Liberazione della Terra, una sarcastica rappresentazione della periodica "Liberazione" del pianeta conteso tra due razze aliene.
sabato 31 dicembre 2022
martedì 27 dicembre 2022
I FIGLI DI SATURNO di Charles Stross
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Il romanzo è ambientato nel XXIII secolo. L'umanità è estinta, rimpiazzata dai robot. Alcuni di essi hanno ancora vestigia umanoidi, altri hanno invece corpi perfettamente adattati ai requisiti funzionali per cui erano stati disegnati; quello che tutti i robot hanno in comune è un codice comportamentale che richiama le leggi della robotica di Asimoviana memoria. Gli umani sono estinti ma l'impronta dei "Creatori" è ancora fortemente impressa nella società robotica che, ironicamente, si è evoluta riprendendo ed esacerbando i lati peggiori di quella umana. Un gruppo ristretto di roboto, i cosiddetti aristo, hanno ottenuto la proprietà o il controllo delle corporation create dall'uomo e con questo il possesso della maggior parte dei loro simili, ridotti allo stato di servaggio e costretti all'obbedienza tramite degli appositi chip di asservimento.
Pochi sono i robot che combattono per mantenersi liberi. Tra essi vi è la protagonista, Freya, un modello di robot dalle sembianze femminili creato per il piacere sessuale. Freya non è unica ma è solo uno dei molti esemplari creati, "clonati" diremmo se parlassimo di esseri umani, dal prototipo madre, la cosiddetta matriarca (che si scoprirà alla fine essere ancora in vita). Freya e le sue "sorelle" si mantengono costantemente in contatto per assicurarsi reciproco aiuto e consiglio, seppur ciascuna di esse abbia maturato con le proprie singole esperienze un carattere e dei tratti comporamentali distintivi. Le memorie di ogni robot vengono registrate nel proprio chip dell'anima che può essere condiviso per mettere in comune conoscenze, esperienze, ricordi: Freya custodisce gelosamente i chip di diverse sue "sorelle" morte.
Per sfuggire alla vendetta di una aristo, Freya è obbligata ad accettare un lavoro da corriere che la trascinerà all'interno di faide e lotte per il potere che attraversano l'intero sistema solare. L'intera trama è incentrata sulla possibilità della creazione in vitro di un Creatore, un essere umano, che renderebbe il gruppo di robot che lo controlla sostanzialmente onnipotente dato che ogni altro robot sarebbe intimamente condizionato ad obbedirgli. Esperimenti sulla poltiglia rosa, così è soprannominata la materia organica animale, sembrano essere formalmente vietati e una forza di polizia è finanche incaricata di contrastarli ma nei pianetoidi della fascia di Kuiper esperimenti illegali sono all'ordine del giorno.
La trama ha la velocità e il ritmo di una spy story, con continui cambi di prospettiva e colpi di scena. La complessità della vicenda è aumentata dal fatto di avere più robot appartenenti allo stesso progenitore (come nel caso della stessa Freya): ciascun "individuo" agisce in maniera più o meno autonoma ma spesso non è davvero chiaro agli altri personaggi ma neanche al lettore quale esponente della "famiglia" si abbia davvero di fronte, il che alla lunga risulta frustrante. Nel corso della vicenda, Freya apprenderà numerose verità nascoste riguardo alla sua esistenza e alla natura stessa della serie di robot cui appartiene; se fosse un personaggio umano parleremmo forse di un percorso di "ricerca interiore".
A lato di qualche problematicità a livello di intreccio, l'autore costruisce un modello interessante di società robotica priva dell'elemento umano. Ben riuscite sono le ambientazioni dei viaggi spaziali come delle diverse località toccate nel sistema solare, dai pianeti interni fino ai planetoidi all'estremo limite esterno. Il tutto è condito da elementi quasi comici dovuti alla natura funzionale del modello Freya e all'interazione sessuale tra robot, che si prestano come un perfetto diversivo riuscendo a strappare al lettore qualche sorriso divertito.
In conclusione, una buona lettura, che ovviamente consigliamo agli appassionati di fantascienza robotica, ma non solo.
Il romanzo è ambientato nel XXIII secolo. L'umanità è estinta, rimpiazzata dai robot. Alcuni di essi hanno ancora vestigia umanoidi, altri hanno invece corpi perfettamente adattati ai requisiti funzionali per cui erano stati disegnati; quello che tutti i robot hanno in comune è un codice comportamentale che richiama le leggi della robotica di Asimoviana memoria. Gli umani sono estinti ma l'impronta dei "Creatori" è ancora fortemente impressa nella società robotica che, ironicamente, si è evoluta riprendendo ed esacerbando i lati peggiori di quella umana. Un gruppo ristretto di roboto, i cosiddetti aristo, hanno ottenuto la proprietà o il controllo delle corporation create dall'uomo e con questo il possesso della maggior parte dei loro simili, ridotti allo stato di servaggio e costretti all'obbedienza tramite degli appositi chip di asservimento.
Pochi sono i robot che combattono per mantenersi liberi. Tra essi vi è la protagonista, Freya, un modello di robot dalle sembianze femminili creato per il piacere sessuale. Freya non è unica ma è solo uno dei molti esemplari creati, "clonati" diremmo se parlassimo di esseri umani, dal prototipo madre, la cosiddetta matriarca (che si scoprirà alla fine essere ancora in vita). Freya e le sue "sorelle" si mantengono costantemente in contatto per assicurarsi reciproco aiuto e consiglio, seppur ciascuna di esse abbia maturato con le proprie singole esperienze un carattere e dei tratti comporamentali distintivi. Le memorie di ogni robot vengono registrate nel proprio chip dell'anima che può essere condiviso per mettere in comune conoscenze, esperienze, ricordi: Freya custodisce gelosamente i chip di diverse sue "sorelle" morte.
Per sfuggire alla vendetta di una aristo, Freya è obbligata ad accettare un lavoro da corriere che la trascinerà all'interno di faide e lotte per il potere che attraversano l'intero sistema solare. L'intera trama è incentrata sulla possibilità della creazione in vitro di un Creatore, un essere umano, che renderebbe il gruppo di robot che lo controlla sostanzialmente onnipotente dato che ogni altro robot sarebbe intimamente condizionato ad obbedirgli. Esperimenti sulla poltiglia rosa, così è soprannominata la materia organica animale, sembrano essere formalmente vietati e una forza di polizia è finanche incaricata di contrastarli ma nei pianetoidi della fascia di Kuiper esperimenti illegali sono all'ordine del giorno.
La trama ha la velocità e il ritmo di una spy story, con continui cambi di prospettiva e colpi di scena. La complessità della vicenda è aumentata dal fatto di avere più robot appartenenti allo stesso progenitore (come nel caso della stessa Freya): ciascun "individuo" agisce in maniera più o meno autonoma ma spesso non è davvero chiaro agli altri personaggi ma neanche al lettore quale esponente della "famiglia" si abbia davvero di fronte, il che alla lunga risulta frustrante. Nel corso della vicenda, Freya apprenderà numerose verità nascoste riguardo alla sua esistenza e alla natura stessa della serie di robot cui appartiene; se fosse un personaggio umano parleremmo forse di un percorso di "ricerca interiore".
A lato di qualche problematicità a livello di intreccio, l'autore costruisce un modello interessante di società robotica priva dell'elemento umano. Ben riuscite sono le ambientazioni dei viaggi spaziali come delle diverse località toccate nel sistema solare, dai pianeti interni fino ai planetoidi all'estremo limite esterno. Il tutto è condito da elementi quasi comici dovuti alla natura funzionale del modello Freya e all'interazione sessuale tra robot, che si prestano come un perfetto diversivo riuscendo a strappare al lettore qualche sorriso divertito.
In conclusione, una buona lettura, che ovviamente consigliamo agli appassionati di fantascienza robotica, ma non solo.
venerdì 23 dicembre 2022
PROIETTILI LENTI di Alastair Reynolds
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La novella è ambientata in un futuro imprecisato, al termine di una guerra tra i Pianeti Centrali i quelli Periferici, un conflitto che sembra di matrice religiosa. Il protagonista principale e narratore della vicenda è Scur, una donna che è stata praticamente costretta ad arruolarsi. I proiettili lenti, o pallottole, sono dispotivi di memoria innestati in tutti i soldati, che registrano tutte le loro azioni e allo stesso tempo contengono ricordi della loro vita, famiglia etc...
A guerra terminata, Scur viene catturata da Orvin, un sadico criminale di guerra del fronte avverso, che la tortura iniettandole senza anestetico una seconda pallottola che inizia a farsi strada dalla gamba fino al cuore. Scur tenta di estrarla dalla carne viva ma sviene, non sapendo se è riuscita nel suo intento o meno. Quando si risveglia, Scur si ritrova a bordo di una astronave, la Caprice, che sembra essere stata addetta al trasporto di prigionieri di guerra e dove vi troverà ancora Orvin.
Ma il problema più grande è un altro: l'astronave è andata alla deriva per anni, anzi per secoli, trasportando tutti i passeggeri in ibernazione in un futuro lontano, dove l'intera civiltà umana è minacciata da un nuovo nemico proveniente dall'esterno. La nave stessa, la Caprice, sta lentamente perdendo tutti i dati immagazzinati nella sua memoria; l'equipaggio dovrà quindi sacrificare qualcosa di sè per poter conservare quelle conoscenze che possono essere di beneficio alla comunità, anzi all'umanità intera...
Un buon romanzo breve ambientato in un tradizionale contesto di Space Opera; trama abbastanza lineare, ma con un finale sorprendente, incentrata sul tema della redenzione, della possibilità, seppur difficile, di un nuovo inizio sia per il singolo individuo che per l'umanità tutta, rappresentata dall'equipaggio della Caprice. La lunghezza limitata dell'opera impedisce di avere una visione chiara dello scenario, in particolare della storia e dei motivi del lacerante conflitto religioso, ma questo non pregiudica il giudizio complessivamente positivo.
La novella è ambientata in un futuro imprecisato, al termine di una guerra tra i Pianeti Centrali i quelli Periferici, un conflitto che sembra di matrice religiosa. Il protagonista principale e narratore della vicenda è Scur, una donna che è stata praticamente costretta ad arruolarsi. I proiettili lenti, o pallottole, sono dispotivi di memoria innestati in tutti i soldati, che registrano tutte le loro azioni e allo stesso tempo contengono ricordi della loro vita, famiglia etc...
A guerra terminata, Scur viene catturata da Orvin, un sadico criminale di guerra del fronte avverso, che la tortura iniettandole senza anestetico una seconda pallottola che inizia a farsi strada dalla gamba fino al cuore. Scur tenta di estrarla dalla carne viva ma sviene, non sapendo se è riuscita nel suo intento o meno. Quando si risveglia, Scur si ritrova a bordo di una astronave, la Caprice, che sembra essere stata addetta al trasporto di prigionieri di guerra e dove vi troverà ancora Orvin.
Ma il problema più grande è un altro: l'astronave è andata alla deriva per anni, anzi per secoli, trasportando tutti i passeggeri in ibernazione in un futuro lontano, dove l'intera civiltà umana è minacciata da un nuovo nemico proveniente dall'esterno. La nave stessa, la Caprice, sta lentamente perdendo tutti i dati immagazzinati nella sua memoria; l'equipaggio dovrà quindi sacrificare qualcosa di sè per poter conservare quelle conoscenze che possono essere di beneficio alla comunità, anzi all'umanità intera...
Un buon romanzo breve ambientato in un tradizionale contesto di Space Opera; trama abbastanza lineare, ma con un finale sorprendente, incentrata sul tema della redenzione, della possibilità, seppur difficile, di un nuovo inizio sia per il singolo individuo che per l'umanità tutta, rappresentata dall'equipaggio della Caprice. La lunghezza limitata dell'opera impedisce di avere una visione chiara dello scenario, in particolare della storia e dei motivi del lacerante conflitto religioso, ma questo non pregiudica il giudizio complessivamente positivo.
domenica 16 ottobre 2022
Antologia INFINITI UNIVERSI
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Traduzione dell'antologia Year's Best Science Fiction Thirty-Five Annual Collection con i migliori racconti del 2017. Le opere spaziano su una gran varietà di sotto generi e tematiche, com'è consuetudine in queste raccolte annuali. Il livello generale delle opere presenti è abbastanza buono, anche se nessun racconto inserito è davvero imperdibile.
Tra tutti i racconti presenti, ci sentiamo di raccomandare in particolare Lo Zen e l'Arte della Manutenzione di Astronavi di Tobias S. Buckell, un brillante racconto robotico con richiami alle Leggi della Robotica di Asimov e venature umoristiche, assieme a Il Costruttore di Barche di Ballyvoloon di Finbar O'Reilly, un'originale e a tratti inquietante opera a tema ambientale.
domenica 18 settembre 2022
TRILOGIA DELLA TERRA SPEZZATA
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Il ciclo è un'opera di science-fantasy ambientata in quella che si rivela essere una sorta di Terra futuribile. Quasi l'intera massa delle terre emerse è concentrata in un unico continente, l'Immoto, che, a dispetto del nome, è soggetto ad una continua ed intesa attività tettonica con conseguenti sismi e fenomeni vulcanici. A frequenza grossomodo secolare si scatenano eventi apocalittici, noti come Quinta Stagione, o semplicemente Stagione, che hanno ripercussioni sull'intero continente. Le flora e la fauna si sono adattate a questi periodici cataclismi, alcune specie animali ad esempio riconoscono la Stagione e cambiano completamente comportamento trasformandosi da quieti animali erbivori in feroci cacciatori. Lo stesso si può dire che hanno fatto gli uomini, creando comunità pronte ad affrontare periodi di sconvolgimenti climatici e conseguenti carestie mentre ognuno ha sempre pronto il sacco fuga contenente cibo e altri oggetti di prima necessità per sfuggire ai disastri naturali.
Il tessuto sociale si basa sulle com, comunità che possono essere piccole come villaggi o grandi come metropoli, che durante ogni Stagione, quando viene proclamata la Legge Stagionale diventano entità autonome e sovrane con l'unico scopo di preservare la propria esistenza. Yumenes è la città più grande del continente, capitale di quello che una volta era l'Impero Sanze, che porta il nome della razza che popola la fascia equatoriale; l'Imperatore è ora una figura puramente di facciata, senza alcun potere, stretto nelle mani di una cerchia di notabili.
Ogni persona appartiene ad una casta d'uso, in base alla sua funzione nella società e il relativo nome d'uso entra a far parte del nome completo accanto al nome proprio e seguito poi dalla com di appartenenza. Gli Elite sono coloro destinati a governare, i Resistenti sono individui specialisti della sopravvivenza, fondamentali soprattutto durante una Stagione, i Riproduttori sono scelti per il loro stato di salute e il possesso di tratti ereditari desiderabili, gli Innovatori sono studiosi, scienziati.
Un discorso a parte meritano gli Orogeni: essi sono la piccola minoranza di individui in grado di manipolare l'energia della terra e, per questo, di difendere sè stessi e coloro che li circondano dagli eventi estremi che scuotono l'Immoto. Nonostante ciò, essi sono però emarginati dalla società, indicati col dispregativo rogga perchè incolpati dell'odio di Padre Terra verso gli uomini, accusati di aver scatenato la sua ira. Molti rogga vengono uccisi da bambini quando il loro potere si rivela, spesso dai loro stessi famigliari. Coloro che riescono a sopravvivere vengono mandati in un apposito istituto imperiale, il Fulcro, dove vengono addestrati a controllare il proprio potere e a metterlo a disposizione della comunità. L'abilità un orogeno è misurata dal numero di anelli, da uno a dieci, guadagnati attraverso esami e incarichi via via più impegnativi. Ogni orogeno è assegnato ad un Custode, individui di origine e natura misteriosa, la cui storia viene rivelata soltanto nei passaggi finali del ciclo, ma in possesso di poteri straordinari, col compito di controllare gli orogeni, difenderli ma al tempo stesso difendere anche gli altri dai loro poteri. Ancora più misteriosi sono i Mangiapietra, esseri umanoidi in grado di muoversi attraverso la terra e la roccia, che agiscono per motivi imperscrutabili, apparendo tra gli umani solo saltuariamente. Anche a riguardo della loro origine e natura, è soltanto negli ultimi capitoli che viene fornito qualche spiegazione.
Nel cielo dell'Immoto, o sepolti sotto terra, si trovano gli Obelischi, misteriosi oggetti ricchi di un potere arcano cui i più potenti degli orogeni possono attingere. Essi furono creati nell'epoca precedente alla creazione dell'Immoto stesso, al culmine della civiltà umana, prima che si innescasse il devastante meccanismo delle Stagioni. Nell'ultimo volume del ciclo, lunghi flashback descrivono gli eventi che hanno portato alla prima Stagione, la Devastante, tramite una sorta di resa epica del messaggio ecologista, in cui tutti i drammatici accadimenti sono in ultima analisi frutto dell'arroganza dell'uomo e del mancato rispetto verso il pianeta, Padre Terra.
Il ciclo ha sicuramente un'ambientazione originale, coniugando un world-building pseudo-fantasy con la tensione e i ritmi della fantascienza apocalittica. Fuori dal comune è la visione del pianeta come una costante minaccia, un'entità temuta dagli abitanti, consci della sua ira verso l'umanità; pensiamo non sia dovuto al caso l'utilizzo dell'appellativo Padre invece della comune Madre Terra. La società figlia delle costanti devastazioni delle Stagioni è resa in maniera plausibile e con la giusta dovizia di dettagli, senza ricorrere a pedanti paragrafi enciclopedici. Soprattutto nel primo volume, sicuramente il migliore, il ritmo narrativo si mantiene sempre elevato con continui cambi di prospettiva che non disorientano ma bensì coinvolgono sempre di più il lettore in un intreccio che si rivela via via più complesso. L'introduzione e forse l'abuso di una certa dose di misticismo panteista, basato su questa "energia magica" argentea che permea il vivente, è riscattato dall'ottima ricostruzione degli eventi che hanno innescato la prima Stagione, che permette di rispondere a tutti i dubbi del lettore sull'origine dell'Immoto e dei suoi misteriosi abitanti.
In conclusione, un'opera che sicuramente raccomandiamo a tutti gli appassionati del filone science-fantasy o più in generale di fantascienza sociologica.
Ogni persona appartiene ad una casta d'uso, in base alla sua funzione nella società e il relativo nome d'uso entra a far parte del nome completo accanto al nome proprio e seguito poi dalla com di appartenenza. Gli Elite sono coloro destinati a governare, i Resistenti sono individui specialisti della sopravvivenza, fondamentali soprattutto durante una Stagione, i Riproduttori sono scelti per il loro stato di salute e il possesso di tratti ereditari desiderabili, gli Innovatori sono studiosi, scienziati.
Un discorso a parte meritano gli Orogeni: essi sono la piccola minoranza di individui in grado di manipolare l'energia della terra e, per questo, di difendere sè stessi e coloro che li circondano dagli eventi estremi che scuotono l'Immoto. Nonostante ciò, essi sono però emarginati dalla società, indicati col dispregativo rogga perchè incolpati dell'odio di Padre Terra verso gli uomini, accusati di aver scatenato la sua ira. Molti rogga vengono uccisi da bambini quando il loro potere si rivela, spesso dai loro stessi famigliari. Coloro che riescono a sopravvivere vengono mandati in un apposito istituto imperiale, il Fulcro, dove vengono addestrati a controllare il proprio potere e a metterlo a disposizione della comunità. L'abilità un orogeno è misurata dal numero di anelli, da uno a dieci, guadagnati attraverso esami e incarichi via via più impegnativi. Ogni orogeno è assegnato ad un Custode, individui di origine e natura misteriosa, la cui storia viene rivelata soltanto nei passaggi finali del ciclo, ma in possesso di poteri straordinari, col compito di controllare gli orogeni, difenderli ma al tempo stesso difendere anche gli altri dai loro poteri. Ancora più misteriosi sono i Mangiapietra, esseri umanoidi in grado di muoversi attraverso la terra e la roccia, che agiscono per motivi imperscrutabili, apparendo tra gli umani solo saltuariamente. Anche a riguardo della loro origine e natura, è soltanto negli ultimi capitoli che viene fornito qualche spiegazione.
Nel cielo dell'Immoto, o sepolti sotto terra, si trovano gli Obelischi, misteriosi oggetti ricchi di un potere arcano cui i più potenti degli orogeni possono attingere. Essi furono creati nell'epoca precedente alla creazione dell'Immoto stesso, al culmine della civiltà umana, prima che si innescasse il devastante meccanismo delle Stagioni. Nell'ultimo volume del ciclo, lunghi flashback descrivono gli eventi che hanno portato alla prima Stagione, la Devastante, tramite una sorta di resa epica del messaggio ecologista, in cui tutti i drammatici accadimenti sono in ultima analisi frutto dell'arroganza dell'uomo e del mancato rispetto verso il pianeta, Padre Terra.
Il ciclo ha sicuramente un'ambientazione originale, coniugando un world-building pseudo-fantasy con la tensione e i ritmi della fantascienza apocalittica. Fuori dal comune è la visione del pianeta come una costante minaccia, un'entità temuta dagli abitanti, consci della sua ira verso l'umanità; pensiamo non sia dovuto al caso l'utilizzo dell'appellativo Padre invece della comune Madre Terra. La società figlia delle costanti devastazioni delle Stagioni è resa in maniera plausibile e con la giusta dovizia di dettagli, senza ricorrere a pedanti paragrafi enciclopedici. Soprattutto nel primo volume, sicuramente il migliore, il ritmo narrativo si mantiene sempre elevato con continui cambi di prospettiva che non disorientano ma bensì coinvolgono sempre di più il lettore in un intreccio che si rivela via via più complesso. L'introduzione e forse l'abuso di una certa dose di misticismo panteista, basato su questa "energia magica" argentea che permea il vivente, è riscattato dall'ottima ricostruzione degli eventi che hanno innescato la prima Stagione, che permette di rispondere a tutti i dubbi del lettore sull'origine dell'Immoto e dei suoi misteriosi abitanti.
In conclusione, un'opera che sicuramente raccomandiamo a tutti gli appassionati del filone science-fantasy o più in generale di fantascienza sociologica.
domenica 14 agosto 2022
TRILOGIA CORPORATIONS WARS
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Il ciclo è ambientato in un futuro lontano, più di un migliaio di anni dalla nostra era. Gli eventi prendono però origine da un XXII secolo in cui l'autore immagina uno scontro transnazionale tra due forze ideologiche opposte. Da un lato l'Accelerazione, o Axle, che sostiene la necessità di superare le difficoltà socio-economiche spingendo alle estreme conseguenze il modello liberal-capitalista; ad essa si oppone la Reazione, o Rax, una più confusa aggregazione di contro-rivoluzionari, in molti casi descritta dall'autore soprattutto sottolineando la venatura razzista, suprematista bianca, con richiami ai sudisti della guerra civile americana come agli onnipresenti nazisti. Qualche indizio nel corso dell'opera sembra far emergere come in realtà il movimento dell'Accelerazione fosse eterodiretto e orchestrato dai poteri statali che, in apparenza, hanno invece recitato una parte da spettatore in questo scontro, anche militare, alleandosi di volta in volta, e in maniera differente tra stato e strato, con una fazione o con l'altra. Al termine di anni di conflitto comunque il risultato è stato l'emergere di un governo mondiale, la Direzione, con sede centrale a New York.
Un migliaio di anni dopo, il governo della Direzione sembra essere una sorta di capitalismo di stato. Le società, le DisCorp, sono ormai gestite da Intelligenze Artificiali, programmate per inseguire il profitto, ma in ciascuna di esse è presente un modulo IA della Direzione medesima che si assicura come l'azione complessiva ottemperi alle direttive centrali. Non è ben chiaro il ruolo recitato dall'umanità, quella vera, sulla Terra e nel sistema solare ma accenni sparsi suggeriscono una visione non molto ottimistica, dove l'uomo è ormai quasi spettatore degli eventi, orchestrati e messi in atto da livelli di IA superiori, che concepiscono piani su orizzonti temporali vastissimi e di una complessità inavvicinabile per i comuni mortali.
I fatti contemporanei alla narrazione avvengono in un lontano sistema solare, scelto per la colonizzazione, dove è stata rintracciata anche vita aliena su un cosiddetto "pianeta superabitabile". Stormi di robot popolano le lune e gli asteroidi, agenti dei diritti minerari di conglomerati societari in lotta fra di loro. Le DisCorp eseguono complesse speculazioni e intrecciano flussi finanziari sulla base delle previsioni di colonizzazione e relative rendite. La miccia che dà il via all'intera trama è la presa di coscienza di alcuni robot minerari: evento inaccettabile per le aziende che ne sono proprietari e i loro uffici legali (le cui stesse IA rifuggono dall'autocoscienza come se fosse una sorta di pericoloso morbo), che subito ricorrono alla maniere forti. L'uso di forza militare e armamenti costituisce però un tabù assoluto per ogni IA: le armi possono essere imbracciate solo da intelligenze umane. Per questo motivo vengono richiamate in servizio le "anime", ovvero le versioni digitalizzate delle menti di alcuni criminali della storia umana, protagonisti dell'ultima guerra della Terra: lo scontro la tra l'Axle e la Rax.
Si innesca così l'altro grande tema che plasma il ciclo, ovvero la natura della coscienza umana ed il suo rapporto con la realtà, sia essa fisica o virtuale. Le coscienze umane possono infatti essere interfacciate con corpi estranei, giganteschi robot guerrieri come altre forme di "hardware" ma hanno bisogno fisiologico, pena la pazzia, di tornare periodicamente a sperimentare la vita umana e le relative esperienze sensoriali così come la conosciamo. Da qui la necessità di mettere in piedi delle simulazioni, le cosiddette sim, in cui le coscienze umane vivono esistenze parallele a ritmo accelerato, in base alla potenza computazionale in grado di essere fornita alla simulazione medesima, in contatto con altri simili umani virtuali, p-zombie ovvero personaggi della simulazione senza autocoscienza, e avatar di IA vere e proprie. In più circostanze si presenta il tema della valenza etica e della natura morale delle azioni e dei comportamenti tenuti all'interno delle simulazioni; alcuni protagonisti, ad esempio, stringono relazioni con p-zombie mentre in altri casi, invece, si compiono atti, ad esempio il cannibalismo, che sarebbero assoluti tabù nella realtà, quella vera.
Dopo un inizio sicuramente un po' caotico, in cui il lettore deve assorbire i salti, spesso a sorpresa, tra realtà e simulazione, l'intreccio acquista una consistenza ben definita, accompagnato da un ritmo narrativo sostenuto che fa uso abbondandante di dialoghi anche per chiarire i tratti più involuti e complicati delle complesse relazione tra i molteplici attori in gioco (IA, DisCorp, Direzione, Robot, Umani). Sicuramente tra le parti più riuscite dell'opera sono le descrizioni dei pensieri, delle reazioni e dei dialoghi robotici la cui logica ferrea spesso porta a risultati o stalli paradossali che strappano un sorriso e che fungono da divertente pausa all'interno di una trama dal ritmo narrativo sempre elevato. La velocità degli eventi in questo mondo reale popolato da attori ben più potenti dei singoli umani è ben rappresentata e trasmessa dall'autore tramite l'utilizzo dei secondi e di loro multipli per ogni misurazione temporale. Non si parla mai di giorni ma neanche di ore o minuti; ogni azione viene scandita in termini di secondi, o kilosecondi, al massimo gigasecondi.
L'intera costruzione dello scontro tra Accelerazione e Reazione presenta diversi lati deboli, soprattutto per la abbozzata descrizione della Reazione che sembra provenire direttamente dall'immaginario di qualche liberal, mischiando senza soluzione di continuità Monarchia, Diritto Divino, Suprematismo Bianco, e chi più ne ha più ne metta. Al di là di questo difetto e di qualche aspetto poco chiaro o meglio poco logico dello sviluppo dell'intreccio, la narrazione è sempre viva, senza pause didascaliche, nonostante la complessità dello scenario e degli eventi, ad esclusione forse di qualche passaggio del volume intermedio, il secondo, del ciclo.
In conclusione, una lettura che raccomandiamo soprattutto agli appassionati della fantascienza che esplora i lati più radicali della possibile evoluzione umana e del sistema socio-economico nel suo complesso, e del suo interfacciarsi con la tecnologia e l'intelligenza artificiale.
Il ciclo è ambientato in un futuro lontano, più di un migliaio di anni dalla nostra era. Gli eventi prendono però origine da un XXII secolo in cui l'autore immagina uno scontro transnazionale tra due forze ideologiche opposte. Da un lato l'Accelerazione, o Axle, che sostiene la necessità di superare le difficoltà socio-economiche spingendo alle estreme conseguenze il modello liberal-capitalista; ad essa si oppone la Reazione, o Rax, una più confusa aggregazione di contro-rivoluzionari, in molti casi descritta dall'autore soprattutto sottolineando la venatura razzista, suprematista bianca, con richiami ai sudisti della guerra civile americana come agli onnipresenti nazisti. Qualche indizio nel corso dell'opera sembra far emergere come in realtà il movimento dell'Accelerazione fosse eterodiretto e orchestrato dai poteri statali che, in apparenza, hanno invece recitato una parte da spettatore in questo scontro, anche militare, alleandosi di volta in volta, e in maniera differente tra stato e strato, con una fazione o con l'altra. Al termine di anni di conflitto comunque il risultato è stato l'emergere di un governo mondiale, la Direzione, con sede centrale a New York.
Un migliaio di anni dopo, il governo della Direzione sembra essere una sorta di capitalismo di stato. Le società, le DisCorp, sono ormai gestite da Intelligenze Artificiali, programmate per inseguire il profitto, ma in ciascuna di esse è presente un modulo IA della Direzione medesima che si assicura come l'azione complessiva ottemperi alle direttive centrali. Non è ben chiaro il ruolo recitato dall'umanità, quella vera, sulla Terra e nel sistema solare ma accenni sparsi suggeriscono una visione non molto ottimistica, dove l'uomo è ormai quasi spettatore degli eventi, orchestrati e messi in atto da livelli di IA superiori, che concepiscono piani su orizzonti temporali vastissimi e di una complessità inavvicinabile per i comuni mortali.
I fatti contemporanei alla narrazione avvengono in un lontano sistema solare, scelto per la colonizzazione, dove è stata rintracciata anche vita aliena su un cosiddetto "pianeta superabitabile". Stormi di robot popolano le lune e gli asteroidi, agenti dei diritti minerari di conglomerati societari in lotta fra di loro. Le DisCorp eseguono complesse speculazioni e intrecciano flussi finanziari sulla base delle previsioni di colonizzazione e relative rendite. La miccia che dà il via all'intera trama è la presa di coscienza di alcuni robot minerari: evento inaccettabile per le aziende che ne sono proprietari e i loro uffici legali (le cui stesse IA rifuggono dall'autocoscienza come se fosse una sorta di pericoloso morbo), che subito ricorrono alla maniere forti. L'uso di forza militare e armamenti costituisce però un tabù assoluto per ogni IA: le armi possono essere imbracciate solo da intelligenze umane. Per questo motivo vengono richiamate in servizio le "anime", ovvero le versioni digitalizzate delle menti di alcuni criminali della storia umana, protagonisti dell'ultima guerra della Terra: lo scontro la tra l'Axle e la Rax.
Si innesca così l'altro grande tema che plasma il ciclo, ovvero la natura della coscienza umana ed il suo rapporto con la realtà, sia essa fisica o virtuale. Le coscienze umane possono infatti essere interfacciate con corpi estranei, giganteschi robot guerrieri come altre forme di "hardware" ma hanno bisogno fisiologico, pena la pazzia, di tornare periodicamente a sperimentare la vita umana e le relative esperienze sensoriali così come la conosciamo. Da qui la necessità di mettere in piedi delle simulazioni, le cosiddette sim, in cui le coscienze umane vivono esistenze parallele a ritmo accelerato, in base alla potenza computazionale in grado di essere fornita alla simulazione medesima, in contatto con altri simili umani virtuali, p-zombie ovvero personaggi della simulazione senza autocoscienza, e avatar di IA vere e proprie. In più circostanze si presenta il tema della valenza etica e della natura morale delle azioni e dei comportamenti tenuti all'interno delle simulazioni; alcuni protagonisti, ad esempio, stringono relazioni con p-zombie mentre in altri casi, invece, si compiono atti, ad esempio il cannibalismo, che sarebbero assoluti tabù nella realtà, quella vera.
Dopo un inizio sicuramente un po' caotico, in cui il lettore deve assorbire i salti, spesso a sorpresa, tra realtà e simulazione, l'intreccio acquista una consistenza ben definita, accompagnato da un ritmo narrativo sostenuto che fa uso abbondandante di dialoghi anche per chiarire i tratti più involuti e complicati delle complesse relazione tra i molteplici attori in gioco (IA, DisCorp, Direzione, Robot, Umani). Sicuramente tra le parti più riuscite dell'opera sono le descrizioni dei pensieri, delle reazioni e dei dialoghi robotici la cui logica ferrea spesso porta a risultati o stalli paradossali che strappano un sorriso e che fungono da divertente pausa all'interno di una trama dal ritmo narrativo sempre elevato. La velocità degli eventi in questo mondo reale popolato da attori ben più potenti dei singoli umani è ben rappresentata e trasmessa dall'autore tramite l'utilizzo dei secondi e di loro multipli per ogni misurazione temporale. Non si parla mai di giorni ma neanche di ore o minuti; ogni azione viene scandita in termini di secondi, o kilosecondi, al massimo gigasecondi.
L'intera costruzione dello scontro tra Accelerazione e Reazione presenta diversi lati deboli, soprattutto per la abbozzata descrizione della Reazione che sembra provenire direttamente dall'immaginario di qualche liberal, mischiando senza soluzione di continuità Monarchia, Diritto Divino, Suprematismo Bianco, e chi più ne ha più ne metta. Al di là di questo difetto e di qualche aspetto poco chiaro o meglio poco logico dello sviluppo dell'intreccio, la narrazione è sempre viva, senza pause didascaliche, nonostante la complessità dello scenario e degli eventi, ad esclusione forse di qualche passaggio del volume intermedio, il secondo, del ciclo.
In conclusione, una lettura che raccomandiamo soprattutto agli appassionati della fantascienza che esplora i lati più radicali della possibile evoluzione umana e del sistema socio-economico nel suo complesso, e del suo interfacciarsi con la tecnologia e l'intelligenza artificiale.
domenica 31 luglio 2022
Antologia L'ALBERO DELLA VITA di Brian W. Aldiss
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Antologia di Brian W. Aldiss, meritevole principalmente per la novella L'Albero della Vita da cui prende il nome e poco altro. Purtroppo numerosi sono i racconti inseriti che non appartengono neanche al genere fantascientifico.
Antologia di Brian W. Aldiss, meritevole principalmente per la novella L'Albero della Vita da cui prende il nome e poco altro. Purtroppo numerosi sono i racconti inseriti che non appartengono neanche al genere fantascientifico.
domenica 10 luglio 2022
IL COSTRUTTORE DI STELLE di Olaf Stapledon
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Se nel precedente Gli Ultimi Uomini l'autore si è concentrato sull'evoluzione della razza umana nel nostro pianeta solare, in questo secondo romanzo la sua fervida fantasia compie un vero e proprio salto dimensionale arrivando ad avere come oggetto l'intero universo ed oltre. Il narratore è quello che possiamo definire un uomo comune della prima metà del '900; proveniente dall'Inghilterra, ma questo ha poca se non nessuna importanza. Immerso nella contemplazione del cielo notturno, inspiegabilmente, si ritrova in grado di viaggiare liberamente attraverso lo spazio ed il tempo. Dopo aver contemplato quanto rara sia la vita, specialmente quella intelligente, egli finisce per essere attratto da una civiltà di "umanoidi" la cui società e momento storico sono alquanto simili a quelli terrestri suoi contemporanei. Qui il narratore entra in una comunione mentale con uno dei nativi, scoprendo quindi le varie sfumature della mentalità, dei costumi, della storia degli alieni.
Ma questo è solo l'inizio. Il Narratore infatti incontra in seguito decine di altre specie alieni della natura più varia: menti alveari, civiltà di specie "insettoidi" oppure simili agli uccelli terrestri, per arrivare a degli esseri simili a piante oppure entità simbiotiche nate dall'unione di specie che si sono precedentemente combattute per intere ere. Nonostante l'aspetto fisico possa essere completamente diverso, tutte queste civiltà sono però accomunate da qualcosa che per l'autore costituisce la natura dell'"umanità". Insieme ad essa, ad attrarre la mente, lo spirito del narratore che si muove liberamente nello spazio e nel tempo è l'atmosfera di crisi, quella stessa che attraversa la Terra a lui contemporanea, che può determinare la morte di una civiltà o la sua ascesa ad un grado di consapevolezza ulteriore. E' evidente come per l'autore gli anni in cui l'opera è scritta sono anni di profondo turbamento e nelle descrizioni di diverse civiltà aliene si possono rintracciare riferimenti diretti o meno a concetti della storia terrestre: la lotta tra le democrazie e i regimi autoritari come i rischi di una deriva incontrollata di un capitalismo e di un individualismo sfrenati.
Le singole civiltà sono destinate a entrare in una sorta di comunione mentale che formerà, seppur anche attraverso guerre e tragedie, una unica comune civiltà galattica. Non solo, ma si stabilirà un contatto anche con stesse le stelle, in realtà dotate di una propria coscienza. Tutto questo diventa però insignificante quando il narratore intravede il Creatore di Stelle e scopre come il nostro cosmo non è che uno dei tanti che questo Demiurgo ha forgiato, uno degli innumerevoli esperimenti di un variopinto multiverso. Il Costruttore di Stelle è pura creatività, intelletto infinito ma privo di empatia per quelle forme di coscienza che brulicano i suoi universi; i dolori, le tragedie che alcune delle creature devono sperimentare non sono che accidenti lungo il percorso verso la creazione di un ultimo, perfetto, cosmo.
L'opera brilla certamente per grandezza di immaginazione, spaziando su eoni infiniti, accennando anche solo brevemente ad idee che da sole potrebbero bastare a fare da sfondo ad interi romanzi. L'immensa scala dell'inventiva dell'autore si scontra però talvolta con delle limitazioni auto imposte, ad esempio questa idea ossessiva di umanità cui comunque si fa riferimento nel presentare le variegate creature che popolano l'universo, così come il richiamo a concetti della nostra storia terrestre (ad esempio la "lotta di classe") che suonano assurdi quando calati nel contesto alieno. Alcune delle nozioni più propriamente scientifiche che sono usate dall'autore risultano ovviamente obsolete come ad esempio la rarità dei pianeti e dei sistemi solari ma non intaccano l'opera nel complesso. Il suo più grande limite è la sua natura didascalica che si coniuga a livello stilistico con una totale assenza di dialoghi: più che ad un romanzo siamo di fronte, come in Gli Ultimi Uomini, ad un "libro di storia", senza una vera trama o personaggi.
Nel complesso consigliamo l'opera a chi apprezza una fantascienza di idee, di pura speculazione; chi invece predilige attenzione alla trama e ai personaggi potrebbe rimanere deluso o annoiato.
Se nel precedente Gli Ultimi Uomini l'autore si è concentrato sull'evoluzione della razza umana nel nostro pianeta solare, in questo secondo romanzo la sua fervida fantasia compie un vero e proprio salto dimensionale arrivando ad avere come oggetto l'intero universo ed oltre. Il narratore è quello che possiamo definire un uomo comune della prima metà del '900; proveniente dall'Inghilterra, ma questo ha poca se non nessuna importanza. Immerso nella contemplazione del cielo notturno, inspiegabilmente, si ritrova in grado di viaggiare liberamente attraverso lo spazio ed il tempo. Dopo aver contemplato quanto rara sia la vita, specialmente quella intelligente, egli finisce per essere attratto da una civiltà di "umanoidi" la cui società e momento storico sono alquanto simili a quelli terrestri suoi contemporanei. Qui il narratore entra in una comunione mentale con uno dei nativi, scoprendo quindi le varie sfumature della mentalità, dei costumi, della storia degli alieni.
Ma questo è solo l'inizio. Il Narratore infatti incontra in seguito decine di altre specie alieni della natura più varia: menti alveari, civiltà di specie "insettoidi" oppure simili agli uccelli terrestri, per arrivare a degli esseri simili a piante oppure entità simbiotiche nate dall'unione di specie che si sono precedentemente combattute per intere ere. Nonostante l'aspetto fisico possa essere completamente diverso, tutte queste civiltà sono però accomunate da qualcosa che per l'autore costituisce la natura dell'"umanità". Insieme ad essa, ad attrarre la mente, lo spirito del narratore che si muove liberamente nello spazio e nel tempo è l'atmosfera di crisi, quella stessa che attraversa la Terra a lui contemporanea, che può determinare la morte di una civiltà o la sua ascesa ad un grado di consapevolezza ulteriore. E' evidente come per l'autore gli anni in cui l'opera è scritta sono anni di profondo turbamento e nelle descrizioni di diverse civiltà aliene si possono rintracciare riferimenti diretti o meno a concetti della storia terrestre: la lotta tra le democrazie e i regimi autoritari come i rischi di una deriva incontrollata di un capitalismo e di un individualismo sfrenati.
Le singole civiltà sono destinate a entrare in una sorta di comunione mentale che formerà, seppur anche attraverso guerre e tragedie, una unica comune civiltà galattica. Non solo, ma si stabilirà un contatto anche con stesse le stelle, in realtà dotate di una propria coscienza. Tutto questo diventa però insignificante quando il narratore intravede il Creatore di Stelle e scopre come il nostro cosmo non è che uno dei tanti che questo Demiurgo ha forgiato, uno degli innumerevoli esperimenti di un variopinto multiverso. Il Costruttore di Stelle è pura creatività, intelletto infinito ma privo di empatia per quelle forme di coscienza che brulicano i suoi universi; i dolori, le tragedie che alcune delle creature devono sperimentare non sono che accidenti lungo il percorso verso la creazione di un ultimo, perfetto, cosmo.
L'opera brilla certamente per grandezza di immaginazione, spaziando su eoni infiniti, accennando anche solo brevemente ad idee che da sole potrebbero bastare a fare da sfondo ad interi romanzi. L'immensa scala dell'inventiva dell'autore si scontra però talvolta con delle limitazioni auto imposte, ad esempio questa idea ossessiva di umanità cui comunque si fa riferimento nel presentare le variegate creature che popolano l'universo, così come il richiamo a concetti della nostra storia terrestre (ad esempio la "lotta di classe") che suonano assurdi quando calati nel contesto alieno. Alcune delle nozioni più propriamente scientifiche che sono usate dall'autore risultano ovviamente obsolete come ad esempio la rarità dei pianeti e dei sistemi solari ma non intaccano l'opera nel complesso. Il suo più grande limite è la sua natura didascalica che si coniuga a livello stilistico con una totale assenza di dialoghi: più che ad un romanzo siamo di fronte, come in Gli Ultimi Uomini, ad un "libro di storia", senza una vera trama o personaggi.
Nel complesso consigliamo l'opera a chi apprezza una fantascienza di idee, di pura speculazione; chi invece predilige attenzione alla trama e ai personaggi potrebbe rimanere deluso o annoiato.
lunedì 4 luglio 2022
LA CITTA' CONDANNATA di Arcadi e Boris Strugatzki
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La città in cui è ambientato il romanzo è posta in un luogo imprecisato, a tratti con suggestioni di un ambiente o pianeta alieno. Delimitata a est dal Muro Giallo e a ovest da un immenso precipizio, la Città è popolata da individui del XX secolo provenienti da ogni parte del mondo, del cui viaggio dalla Terra non si fa mai menzione. Non è dato sapere dunque quanto l'arrivo alla Città sia stata una scelta o meno; tutti sono però consapevoli di fare parte dell'Esperimento.
Dell'Esperimento non si conoscono nè le finalità, nè i mezzi e neanche i responsabili. Ogni persona è assegnata ad un Mentore, una figura che nelle rare opportunità in cui entra in scena, viene ritratta con suggestioni da alieno umanoide. L'idea di un ecosistema artificiale posto al di fuori del nostro pianeta è rafforzata dalla natura artificiale del sole, una sorta di gigantesca lampadina che si spegne e si accende ad intervalli prestabiliti.
Gli abitanti continuano a parlare la propria lingua ma misteriosamente si comprendono tutti perfettamente a vicenda cosicchè a ciascuno sembra che tutti gli altri parlino la sua lingua. Una regola dell'Esperimento sembra essere il continuo cambiamento di mansione lavorativa, una sorta di programmata ascesa e discesa di condizione sociale apparentemente gestita da un algoritmo, che (si apprenderà nel corso dell'opera) può essere però aggirato. Proprio questa ultima caratteristica sembra fare dell'Esperimento una rappresentazione in chiave ironica della natura della Rivoluzione, del regime del socialismo reale; sensazione che viene arricchita dagli accenni ad una certa pesante e insondabile macchina burocratica che governa il funzionamento della città e delle sue istituzioni.
La narrazione segue le vicende del protagonista, l'astronomo russo Andrei Voronin: ogni capitolo coincide con un mestiere che viene assegnato a Voronin nella città: netturbino, investigatore, giornalista, consigliere, per arrivare agli ultimi due capitoli dove Voronin guida una spedizione nei misteriosi territori al di fuori della Città, trovandovi tracce di altri antichi insediamenti, che pongono ancora più dubbi sulla natura del mondo della Città. Accanito sostenitore della natura dell'Esperimento e dei doveri nei suoi confronti di tutti i cittadini, Voronin con il passare del tempo assume un atteggiamento sempre più distaccato e cinico, interessandosi solo alla natura del mondo misterioso che lo circonda.
Siamo di fronte ad un'opera particolare, difficile da inquadrare. Sicuramente fortemente simbolica, e intrisa di riferimenti al contesto, alla storia, al modus vivendi dell'Unione Sovietica. La natura ancora piuttosto lineare della narrazione dei primi capitoli sfocia in un finale a tinte quasi oniriche in perfetta corrispondenza con lo stato d'animo del protagonista. Il mistero principale, la natura della Città, trova una parziale risposta proprio nella pagina finale dell'opera; ma quasi tutti i quesiti sollevati rimangono aperti a varie possibili interpretazioni.
lunedì 30 maggio 2022
Antologia RADICALIZED
Antologia RADICALIZED
L'antologia contiene quattro romanzi brevi di Cory Doctorow. I primi tre sono opere di fantascienza sociologica, ambientati in un futuro prossimo o nel presente e che affrontano temi di attualità. Segnaliamo Pane Non Autorizzato, l'appassionante racconto della lotta di una immigrata per la propria libertà in un contesto di disuguaglianze esacerbate dalla tecnologia, e Radicalizzati, un potente ritratto delle storture e dei drammi del modello sanitario statunitense. A completare il volume una buona novella di matrice Post Apocalittica.
lunedì 3 gennaio 2022
Antologia AAA ASSO DECONTAMINAZIONI INTERPLANETARIE E ALTRI RACCONTI
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Bella raccolta di racconti di Scheckley, numerosi brevi, in maggior parte di stampo umoristico. Si segnalano in particolare Il Magazzino dei Mondi e la simpatica serie dei racconti della AAA Asso: Servizio interplanetario di decontaminazione all'inizio del volume.
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