Il romanzo affronta un grande classico della letteratura militare da un punto di vista prettamente fantascientifico: la fuga di un gruppo di prigionieri di guerra. La guerra in questione vede opporsi l’umanità e una specie aliena, i Bugs che, di comune accordo, decidono di lasciare i rispettivi prigionieri su pianeti non ancora colonizzati.
Il protagonista dell’opera è il Maresciallo di Settore Warren che, arrivato sul pianeta, deve vedersela con il clima di divisione che si è generato tra i “Civili”, che hanno rinunciato all’idea di fuggire, e il “Comitato”, composto dagli ufficiali più integerrimi che considerano la fuga un dovere imprescindibile.
Warren cerca di conciliare saggiamente le diverse posizioni indirizzandole verso un comune obiettivo, la fuga. Questa si rivelerà però un affare secondario quando Warren si renderà conto delle conseguenze di questa insensata guerra...
Opera breve ma godibile, con una trama avvincente e scritta nel consueto stile di White, semplice, immediato, ma mai noioso né banale. Lettura consigliata.
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sabato 27 agosto 2011
domenica 21 agosto 2011
VITA CON GLI AUTOMI di James White
Una terribile guerra nucleare distrugge quasi ogni forma di vita sulla Terra. Nel 2308, il protagonista, uno studente di medicina di nome Ross, si risveglia dal Grande sonno, uno stato di animazione sospesa in cui venivano immersi i malati non ancora curabili con le tecnologie dell'epoca. Ross si risveglia in un ospedale, privo di vita al di fuori di sè stesso, senza nessun'altra compagnia a parte quella dei robot.
Dai documenti conservati, Ross apprende la triste storia toccata al pianeta e, dopo una lunga e vana ricerca, capisce di essere l’ultimo uomo ancora in vita. In bilico tra pazzia e tentazioni suicide, Ross decide dunque di dare vita ad un progetto destinato a durare secoli, anzi migliaia, millenni di anni: riportare la vita sul pianeta. Dopo millenni, saranno però i robot, evolutisi ormai in forme e modi che Ross non potrebbe neanche comprendere, a regalare una nuova felicità all'ultimo esponente della razza umana.
Bel romanzo che si distingue soprattutto per lo stile calmo, riflessivo, introspettivo. L’autore riesce nell’intento di trasmettere i pensieri, le emozioni dell’ultimo uomo sopravvissuto, abbinandoli ad un chiaro e forte messaggio pacifista. I robot sono i fautori di un’utopia, i buoni demiurghi di una nuova umanità, cresciuta senza guerre, conflitti o violenza.
L’Infermiera 5B, il modello più avanzato che accoglie Ross al primo risveglio, e il rapporto che viene a formarsi tra uomo e robot hanno tratti fortemente Asimoviani nella misura in cui il robot acquisisce, poco alla volta, sempre maggior umanità, arrivando a rendere insignificante o quasi la distinzione uomo/macchina che separa le anime dei due esseri senzienti.
Nonostante la cadenza lenta e il ritmo rilassante della narrazione, il romanzo possiede una trama avvincente, mai pesante o noiosa, dimostrazione di come non siano necessari complicatissimi intrecci o decine di personaggi per rendere appassionante una lettura. In conclusione, una lettura rilassante e consigliata.
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Dai documenti conservati, Ross apprende la triste storia toccata al pianeta e, dopo una lunga e vana ricerca, capisce di essere l’ultimo uomo ancora in vita. In bilico tra pazzia e tentazioni suicide, Ross decide dunque di dare vita ad un progetto destinato a durare secoli, anzi migliaia, millenni di anni: riportare la vita sul pianeta. Dopo millenni, saranno però i robot, evolutisi ormai in forme e modi che Ross non potrebbe neanche comprendere, a regalare una nuova felicità all'ultimo esponente della razza umana.
Bel romanzo che si distingue soprattutto per lo stile calmo, riflessivo, introspettivo. L’autore riesce nell’intento di trasmettere i pensieri, le emozioni dell’ultimo uomo sopravvissuto, abbinandoli ad un chiaro e forte messaggio pacifista. I robot sono i fautori di un’utopia, i buoni demiurghi di una nuova umanità, cresciuta senza guerre, conflitti o violenza.
L’Infermiera 5B, il modello più avanzato che accoglie Ross al primo risveglio, e il rapporto che viene a formarsi tra uomo e robot hanno tratti fortemente Asimoviani nella misura in cui il robot acquisisce, poco alla volta, sempre maggior umanità, arrivando a rendere insignificante o quasi la distinzione uomo/macchina che separa le anime dei due esseri senzienti.
Nonostante la cadenza lenta e il ritmo rilassante della narrazione, il romanzo possiede una trama avvincente, mai pesante o noiosa, dimostrazione di come non siano necessari complicatissimi intrecci o decine di personaggi per rendere appassionante una lettura. In conclusione, una lettura rilassante e consigliata.
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giovedì 11 agosto 2011
INRI di Michael Moorcock
Il titolo è quasi uno spoiler del romanzo: il protagonista dell'opera è infatti un giovane, di nome Karl Glogauer, che, tramite una macchina del tempo, si reca nella Palestina ai tempi di Cristo per assistere alla Sua morte. A differenza di molti romanzi basati sul viaggio temporale, l'autore non si sofferma minimamente su dettagli tecnici o strane teorie scientifiche che ne permettono la realizzazione. Il romanzo è infatti completamente incentrato sul travaglio interiore, religioso e psicologico del protagonista, di cui il lettore può comprenderne vita e psiche attraverso i numerosi flash back che si inseriscono all'interno del filone principale della narrazione, situato nel 29 d.C.
Glogauer è un sostenitore delle teorie Junghiane del mito e, come il titolo preannuncia, sarà lui stesso a dover "vivere una menzogna per creare la verità", in un classico e provocatorio paradosso temporale. Nonostante il finale annunciato, il libro si divora in un fiato, per l'abilità dell'autore nel creare una storia affascinante, ricca di inviti alla riflessione e di provocazioni (a volte fin troppo forti, se pensiamo ad esempio al ritratto storico che viene fornito della Sacra Famiglia) ma allo stesso tempo scevra da pause pedanti, con una cadenza e un ritmo incalzante. L'autore, il narratore sembrano sparire, sono presenze invisibili, sopraffatte dagli eventi, dai tanti piccoli episodi della vita di Glogauer che si succedono uno dopo l'altro senza tregua.
Troppo affrettato è però il finale; in poche pagine, infatti, viene liquidato l'evento clou a cui tutto il romanzo tende, ovvero la Passione e la Crocifissione di Cristo, tanto che, a lettura terminata, rimane al lettore un senso di incompiutezza simile a quello che si proverebbe dopo aver ascoltato il crescendo entusiasmante di una sinfonia privato, però, dell'esplosione finale.
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Glogauer è un sostenitore delle teorie Junghiane del mito e, come il titolo preannuncia, sarà lui stesso a dover "vivere una menzogna per creare la verità", in un classico e provocatorio paradosso temporale. Nonostante il finale annunciato, il libro si divora in un fiato, per l'abilità dell'autore nel creare una storia affascinante, ricca di inviti alla riflessione e di provocazioni (a volte fin troppo forti, se pensiamo ad esempio al ritratto storico che viene fornito della Sacra Famiglia) ma allo stesso tempo scevra da pause pedanti, con una cadenza e un ritmo incalzante. L'autore, il narratore sembrano sparire, sono presenze invisibili, sopraffatte dagli eventi, dai tanti piccoli episodi della vita di Glogauer che si succedono uno dopo l'altro senza tregua.
Troppo affrettato è però il finale; in poche pagine, infatti, viene liquidato l'evento clou a cui tutto il romanzo tende, ovvero la Passione e la Crocifissione di Cristo, tanto che, a lettura terminata, rimane al lettore un senso di incompiutezza simile a quello che si proverebbe dopo aver ascoltato il crescendo entusiasmante di una sinfonia privato, però, dell'esplosione finale.
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domenica 7 agosto 2011
GLI UMANOIDI
Il romanzo è ambientato in un futuro imprecisato, circa mille anni dopo che dalla Terra sono partite le prime spedizioni di esplorazione spaziale. Innumerevoli pianeti nel frattempo sono stati colonizzati ma, persi i contratti con il pianeta madre e le altre colonie, ciascuna civiltà umana ha dovuto affrontare da sola i cicli della storia ripassando dalle barbarie ad una nuova era tecnologica.
Su un pianeta di nome Wing IV, Warren Mansfield, stanco delle guerre e dall'uso distorto della tecnologia, crea gli Umanoidi, androidi col compito di "Servire e obbedire e difendere l'uomo dal male". Le buone parole però vengono prese troppo alla lettera dai robot che, nel solco della più classica sindrome di Frankenstein, finiscono per vietare all'uomo, su ogni pianeta dove si stabiliscono, quasi ogni forma di attività, dato che quasi tutto può essere potenzialmente pericoloso...
Sarà uno scienziato di un lontano pianeta, Clay Forester, dalla vita tormentata e delusa, ad ergersi come ultima difesa dell'umanità nei confronti del giogo degli Umanoidi, sfruttando la scoperta di nuove forze della natura. Alla fine emergerà però una verità insospettabile...
Classico romanzo dell'Età dell'Oro della Fantascienza per temi, stile, narrazione, rimane una lettura interessante nonostante alcune lacune o ingenuità (il lontano pianeta del protagonista sembra la fotocopia della Terra, non si spiega come mai anni prima si sono persi i contatti tra le colonie etc...). Alcune pagine di spiegazioni scientifiche o pseudotali potevano essere tranquillamente evitate. Il finale, la cui interpretazione è tutt'altro che univoca, è al tempo stesso sorprendente, quasi spiazzante, e inquietante... Nel complesso una buona lettura, scorrevole e appassionante nonostante qualche pausa di troppo; valido anche il ritratto del protagonista, Clay Forester, descritto in maniera vivida grazie a diversi periodi di introspezione psicologica.
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Su un pianeta di nome Wing IV, Warren Mansfield, stanco delle guerre e dall'uso distorto della tecnologia, crea gli Umanoidi, androidi col compito di "Servire e obbedire e difendere l'uomo dal male". Le buone parole però vengono prese troppo alla lettera dai robot che, nel solco della più classica sindrome di Frankenstein, finiscono per vietare all'uomo, su ogni pianeta dove si stabiliscono, quasi ogni forma di attività, dato che quasi tutto può essere potenzialmente pericoloso...
Sarà uno scienziato di un lontano pianeta, Clay Forester, dalla vita tormentata e delusa, ad ergersi come ultima difesa dell'umanità nei confronti del giogo degli Umanoidi, sfruttando la scoperta di nuove forze della natura. Alla fine emergerà però una verità insospettabile...
Classico romanzo dell'Età dell'Oro della Fantascienza per temi, stile, narrazione, rimane una lettura interessante nonostante alcune lacune o ingenuità (il lontano pianeta del protagonista sembra la fotocopia della Terra, non si spiega come mai anni prima si sono persi i contatti tra le colonie etc...). Alcune pagine di spiegazioni scientifiche o pseudotali potevano essere tranquillamente evitate. Il finale, la cui interpretazione è tutt'altro che univoca, è al tempo stesso sorprendente, quasi spiazzante, e inquietante... Nel complesso una buona lettura, scorrevole e appassionante nonostante qualche pausa di troppo; valido anche il ritratto del protagonista, Clay Forester, descritto in maniera vivida grazie a diversi periodi di introspezione psicologica.
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