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Il romanzo è ambientato in un classico scenario distopico, un ventunesimo secolo che vede il mondo post Unificazione (misteriosa sequenza di eventi che porta l'intero pianeta sotto un unico governo) diviso nettamente tra una elitè di privilegiati e la grande massa di poveri, derelitti e delinquenti. Le Forze di Sicurezza del Sistema mantengono l'ordine: sono gli spaccateste, poliziotti di strada facilmente corruttibili, ma soprattutto i porci, crudeli agenti federali che sembrano avere come unico divertimento infierire sulla popolazione. In rapida ascesa in questo mondo infernale è la Chiesa Elettrica, culto nato dalla mente di uno scienziato, Dennis Squalor, che promette l'immortalità ad ogni uomo, trasformandolo in un Monaco tramite l'innesto del suo cervello nel corpo di un cyborg.
Il protagonista del romanzo, Avery Cates, appartiene alla feccia di New York, è un killer professionista. Nonostante abbia meno di trent'anni, si considera già anziano in quel mondo dove pochi arrivano alla mezza età. Ma, come da classico copione, è soprattutto un "cattivo dai buoni principi", conscio dell'ingiustizia del Sistema. Dopo aver involontariamente ucciso un agente della Sicurezza, braccato dalla polizia, si ritrova nel bel mezzo di un affare molto più grande di quello che poteva immaginare, scoprendo la terribile verità che si cela dietro l'apparenza innocua della Chiesa Elettrica.
Scenario classico abbiamo detto, arricchito da una sola, ma potente, idea originale che non anticipiamo per non rovinare la sorpresa. Il romanzo si legge tutto d'un fiato, sorretto da un intreccio scorrevole e appassionante, imperniato sulla figura di un protagonista, Avery Cates, in cui il lettore si immerge immediatamente. Certo, lo sfondo è un po' ingenuo nel suo carattere manicheo (buoni o cattivi: non c'è una via di mezzo) e a diversi quesiti non si tenta nemmeno di dare una risposta (cosa ha portato all'Unificazione?), ma sono aspetti in fondo non essenziali per quello che vuole essere un "semplice" romanzo di fantascienza avventurosa, ai confini del thriller. Lettura quindi gradevole e consigliata.
domenica 20 marzo 2011
domenica 13 marzo 2011
PACE ETERNA
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A differenza del capolavoro Guerra Eterna, Pace Eterna è ambientato interamente sul nostro pianeta e in un futuro prossimo (il XXI secolo). Il mondo è attraversato da una moltitudine di piccole guerre e guerriglie locali combattute tra l'alleanza, ovvero Usa e alleati, e ribelli dei paesi del terzo mondo, gli Ngumi. L'economia e la società dei paesi avanzati, e principalmente degli Stati Uniti, è radicalmente mutata in seguito all'invenzione delle nanoforge, macchinari in grado di riprodurre, a partite dai costituenti elementari, qualsiasi oggetto (siano essi alimenti, gioielli, macchinari etc...). Grazie a questa scoperta lo stato è in grado di garantire all'intera popolazione i bisogni fondamentali.
L'opera si divide in due parti. Nella prima il lettore familiarizza con il protagonista, Julian Class, un manovratore di soldierboy, i potentissimi robot a controllo remoto: questa sezione richiama lo stile, il tono di narrazione crudo, diretto ed efficace e i contenuti bellici di Guerra Eterna. La seconda parte invece è centrata attorno ad un complotto mondiale ordito da un gruppo di fanatici religiosi che, attraverso un esperimento scientifico, potrebbe portare alla fine dell'universo: Julian e i suoi riescono ad evitare, naturalmente, tutto questo mentre un nuovo futuro si prospetta per l'umanità intera...
Come l'inizio del romanzo sembra promettere un'opera di alto livello, così questa seconda parte delude le aspettative trascinando il lettore in un intreccio, in taluni momenti anche un po' pesante e inutilmente articolato, da thriller in cui si mescolano, lasciando però sempre l'idea di una trattazione un po' superficiale, concetti scientifici e spiritualità spicciola e si cavalcano alcuni temi un po' new age già abbastanza abusati, come quello della comunione telepatica. Nel complesso rimane comunque una buona lettura.
A differenza del capolavoro Guerra Eterna, Pace Eterna è ambientato interamente sul nostro pianeta e in un futuro prossimo (il XXI secolo). Il mondo è attraversato da una moltitudine di piccole guerre e guerriglie locali combattute tra l'alleanza, ovvero Usa e alleati, e ribelli dei paesi del terzo mondo, gli Ngumi. L'economia e la società dei paesi avanzati, e principalmente degli Stati Uniti, è radicalmente mutata in seguito all'invenzione delle nanoforge, macchinari in grado di riprodurre, a partite dai costituenti elementari, qualsiasi oggetto (siano essi alimenti, gioielli, macchinari etc...). Grazie a questa scoperta lo stato è in grado di garantire all'intera popolazione i bisogni fondamentali.
L'opera si divide in due parti. Nella prima il lettore familiarizza con il protagonista, Julian Class, un manovratore di soldierboy, i potentissimi robot a controllo remoto: questa sezione richiama lo stile, il tono di narrazione crudo, diretto ed efficace e i contenuti bellici di Guerra Eterna. La seconda parte invece è centrata attorno ad un complotto mondiale ordito da un gruppo di fanatici religiosi che, attraverso un esperimento scientifico, potrebbe portare alla fine dell'universo: Julian e i suoi riescono ad evitare, naturalmente, tutto questo mentre un nuovo futuro si prospetta per l'umanità intera...
Come l'inizio del romanzo sembra promettere un'opera di alto livello, così questa seconda parte delude le aspettative trascinando il lettore in un intreccio, in taluni momenti anche un po' pesante e inutilmente articolato, da thriller in cui si mescolano, lasciando però sempre l'idea di una trattazione un po' superficiale, concetti scientifici e spiritualità spicciola e si cavalcano alcuni temi un po' new age già abbastanza abusati, come quello della comunione telepatica. Nel complesso rimane comunque una buona lettura.
domenica 6 marzo 2011
RIVELAZIONE di Alaistar Reynolds
Il romanzo è ambientato nel XXVI secolo; la razza umana si è espansa nella Galassia, trovando testimonianze e rovine di numerose civiltà aliene, non entrando i contatto però con nessuna di essa a parte i misteriosi Giocolieri Mentali (misteriose entità che popolano gli oceani di numerosi pianeti immagazzinando i ricordi e gli schemi mentali di ogni individuo con cui entrano in contatto) e i Cortiniani (i costruttori delle misteriose Cortine, schermi che distorcono lo spazio tempo, sembra che i Cortiniani li abbiano creati per nascondere tecnologie potenzialmente troppo avanzate).
Reynolds rinuncia al viaggio superluminare: le astronavi si possono solo avvicinare alla velocità della luce, con le conseguenze che questo comporta. Il filone dell'opera si intreccia col famoso paradosso di Fermi (dove sono gli alieni?) dipingendo, alla fine del romanzo, un grandioso affresco su scala cosmica. Sono presenti alcuni classici elementi postumani (innesti cerebrali, clonazione, personalità artificiali) ma non assistiamo a quella iperinflazione posthuman tipica di un certo tipo di fantascienza: con Reynolds ritorniamo ad una space opera più classifica, basata sulla suspence narrativa, sugli interrogativi cosmici, sull'emozione della scoperta del misteri dell'universo che ci circonda.
La narrazione procede, classicamente, dal punto di vista di tre differenti personaggi che alla fine si ricongiungono dando vita ad un finale vibrante, forse anche troppo. La lacuna principale dell'opera è infatti la concentrazione della "scoperta", della "rivelazione" di quanto tenuto oscuro per quasi l'intero romanzo in poche pagine finali, non dando tempo e modo al lettore di assimilare completamente quanto appreso. Nonostante anche la caratterizzazione dei personaggi lasci un po' a desiderare, lettura è comunque consigliata visto il fascino degli immortali temi, i paradossi e il significato della vita e dell'universo, che Reynolds affronta.
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Reynolds rinuncia al viaggio superluminare: le astronavi si possono solo avvicinare alla velocità della luce, con le conseguenze che questo comporta. Il filone dell'opera si intreccia col famoso paradosso di Fermi (dove sono gli alieni?) dipingendo, alla fine del romanzo, un grandioso affresco su scala cosmica. Sono presenti alcuni classici elementi postumani (innesti cerebrali, clonazione, personalità artificiali) ma non assistiamo a quella iperinflazione posthuman tipica di un certo tipo di fantascienza: con Reynolds ritorniamo ad una space opera più classifica, basata sulla suspence narrativa, sugli interrogativi cosmici, sull'emozione della scoperta del misteri dell'universo che ci circonda.
La narrazione procede, classicamente, dal punto di vista di tre differenti personaggi che alla fine si ricongiungono dando vita ad un finale vibrante, forse anche troppo. La lacuna principale dell'opera è infatti la concentrazione della "scoperta", della "rivelazione" di quanto tenuto oscuro per quasi l'intero romanzo in poche pagine finali, non dando tempo e modo al lettore di assimilare completamente quanto appreso. Nonostante anche la caratterizzazione dei personaggi lasci un po' a desiderare, lettura è comunque consigliata visto il fascino degli immortali temi, i paradossi e il significato della vita e dell'universo, che Reynolds affronta.
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