lunedì 9 luglio 2012

MAESTRO DEL PASSATO di Lafferty

vai alla scheda completa del Maestro del Passato di Lafferty XXVI secolo: Astrobia è l'unico pianeta extrasolare colonizzato dall'uomo, con l'intento di dare vita ad una vera utopia; lì è emigrata la parte migliore della società terrestre. Decenni dopo la situazione sembra però essere degenerata: una fetta sempre più consistente della popolazione abbandona le città dorate di Astrobia, dove può avere tutto quello che desidera, per vivere in immense baraccopoli, dove la miseria e la violenza sono all'ordine del giorno, respirando i miasmi venefici di miniere, fabbriche, laboratori di aspetto infernale e lottando ogni giorno per la sopravvivenza. Per tentare di capire le ragioni di questo paradosso i potenti di Astrobia riportano in vita Tommaso Moro, che sarà presentato al popolo come il Maestro del Passato. Moro si ritroverà in questa realtà paradossale dove si annidano misteriose entità oscure e nemiche, che non sono nient'altro che la riproposizione fantascientifica del Grande Avversario, del male che mira ad annullare la vita dell'uomo e l'universo stesso. Il romanzo è una lettura contorta, quasi onirica. Per lunghi tratti dell'opera, la trama si perde in una successione di immagini e scene metaforiche apparentemente senza nessun legame tra loro, alimentando il rischio di un abbandono precoce della lettura. Nuovi personaggi, di natura spesso misteriosa, entrano in scena senza soluzione di continuità, e le loro azioni sembrano seguire tutto tranne che un qualsiasi disegno razionale. Soltanto verso la fine dell'opera inizia a intravedersi una sorta di tessuto connettivo che spiega parzialmente sia la situazione di Astrobia che quanto accaduto fino a quel momento, ma è una costruzione comunque soprattutto simbolica, dove i dettagli sono sfumati, volutamente lasciati ambigui, se non di natura paradossale. Con un evidente parallelo con il mondo attuale, la decadenza di Astrobia è collegata alla morte della fede. Gli abitanti di Astrobia non hanno più nulla in cui credere, nessun obiettivo nella vita; per questo abbandonano le loro città dorate per dei tuguri infernali dove possono tornare a lottare, tornare a vivere veramente. Il romanzo fornisce un punto di vista sicuramente particolare all'interno della produzione fantascientifica che però non basta, a mio parere, a migliorare il giudizio sull'opera.

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