venerdì 2 luglio 2021

CICLO DI ILIUM di Dan Simmons

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Thomas Hockenberry è un professore americano del '900 che ha passato la sua vita a studiare ed insegnare letteratura, in particolare l'Iliade. Egli vive ora una seconda esistenza, assistendo allo svolgimento della guerra di Troia: è infatti uno degl scoliasti, studiosi che devono monitorare l'andamento del conflitto assicurandosi che segua esattamente quanto descritto da Omero, facendo rapporto agli dei, in particolare alla Musa. Così si apre uno dei cicli fantascientifici recenti più originali, ricchi di immaginazione e spunti davvero geniali. Il lettore è inizialmente spaesato, incapace di capire cosa stia realmente accadendo: E' la vera guerra di Troia quella cui sta assistendo, forse visitata da viaggiatori nel tempo? Chi sono questi Dei che, come quelli ritratti da Omero, intervengono nelle battaglie, giocano con gli umani come bambini con le loro bambole e sono dotati di poteri tanto straordinari quanto infantile è l'utilizzo che ne fanno?
La risposta a queste come a molte altre domande che sorgeranno in seguito tarda ad arrivare, obbligando il lettore ad accumulare pazientemente indizio su indizio e collegando a poco a poco i fatti, i riferimenti incrociati, i misteri di questa storia futura che l'autore semina nel percorso. Come si capisce in realtà abbastanza velocemente, infatti, Hockenberry non sta assistendo ad uno spettacolo del passato; anzi, la narrazione è ambientata diversi secoli, circa due millenni, nel futuro. Un futuro che vede la Terra popolata da poche migliaia di individui, gli umani vecchio stile, che vivono una esistenza all'insegna del puro edonismo, ignoranti del passato come di ogni dettaglio di funzionamento della tecnologia avanzatissima che permette il loro sostentamento come di teletrasportarsi in una frazione di secondo da un capo all'altro del pianeta, grazie al fax. Strani macchinari, i Voynix, sono loro servitori e li difendono dalle feroci creature che popolano il pianeta: dinousari, uccelli terrore e altre amenità partorite dagli esperimenti folli del passato dell'uomo. La durata della vita di ognuno è fissata, pari a 100 anni, divise in 5 ventine, al termina di ciascuna delle quali l'uomo, o la donna, vengono faxati allo Spedale, posto in anelli orbitanti che circondano il pianeta, dove ogni segno di malattia o vecchiaia viene rimediato. E' credenza comune, dopo la quinta ventina, di essere ammessi finalmente alla presenza dei Post-Umani, esseri più o meno mitologici che dovrebbero abitare sempre negli anelli orbitali, in quella che suona come una nuova vita eterna.
Nei protagonisti principali tra gli umani vecchio stile c'è Harman, ormai già novantanovenne ma unico al mondo ad aver riscoperto la lettura, uno dei pochissimi ad avere una mente curiosa che si ostina cercare di capire il perchè delle cose. Sua amica è Hannah, una giovane artista che, dopo millenni, ripete per la prima volta una grezza procedura di fusione dei metalli. Assieme alla giovane e bellissima Ada e al suo spasimante e cugino (inutile dire come in questo mondo futuro ogni vecchio tabù è ormai pressochè estinto), Daeman, formeranno un gruppetto che rintraccia Savi, la mitica "Ebrea Errante" (senza avere il minimo indizio di cosa sia un "Ebreo"), l'unica sopravvissuta al fax finale avvenuto 1400 anni prima, col quale le coscienze di tutti gli esseri umani allora viventi furono trasferite all'interno di raggi di neutrini che da quel momento orbitano perennemente intorno al pianeta. Ma questo ritrovamento è soltanto l'inizio di una infinita catena di eventi che li vedrà protagonisti e che cambierà per sempre la vita loro e di tutti gli altri esseri umani ancora presenti sulla Terra (e non solo...).
Nei pianeti esterni del Sistema Solare vivono infine i Moravec, macchine coscienti creati dall'uomo per arrivare là dove non era concesso alla natura umana. Mahnmut, ad esempio, vive da anni a bordo del suo fidato sommergibile esplorando gli oceani di Europa mentre il suo amico Orphu è abituato agli strati esterni dell'atmosfera di Io. I Moravec furono creati con una predisposta curiosità verso gli umani e la loro cultura. Mahnmut è così un appassionato di Shakespeare, in particolare dei suoi Sonetti e discorre amabilmente con il suo amico Orphu, agguerrito "tifoso", invece, di Proust e della sua Ricerca. I due faranno parte di un piccolo gruppo inviato in missione verso Marte per indagare su misteriose ma pericolosissime perturbazioni quantistiche che sembrano sconvolgere continuamente il continuum nei pressi del pianeta Marte.
Le azioni di Thomas Hochkenberry faranno divergere gli eventi di questa replica dell'Iliade dall'originale, portando Achille ed Ettore addirittura a combattere fianco a fianco verso un nuovo ed impensabile nemico. La commistione di un'immortale opera classica, come quella rappresentata dal poema Omerico, e di un intreccio fantascientifico è un azzardo che rischiava di risultare pacchiano ma che, invece, dosato e realizzato con saggezza come in questo caso conferisce all'opera un tratto di originalità eccezionale. L'autore dà nuova vita a tutti gli eroi e gli dei di Omero, mescolandone le carte all'interno di un nuovo intreccio in una maniera che può risultare magari dissacrante ma sicuramente geniale; infiniti sono i combattenti che vengono citati, spesse volte i versi esatti dell'Iliade vengono riportati o parafrasati creando una magnifica alternanza nella mente del lettore tra il romantico passato eroico dell'umanità e un mirabolante futuro dove pazzesche tecnologie la fanno da padrone. Ma, come già accennato in precedenza, non è con l'Iliade che si esaurisce la vena di riferimenti letterari presenti nell'opera. Le creature di Shakespeare, Setebo, Prospero, Calibano, Sicorace prendono vita come se la mente umana medesima fosse in grado di creare e plasmare nuove e affascinanti realtà. Le peregrinazioni di Odisseo che già conosciamo quasi impallidiscono di fronte alle avventure nello spazio e nel tempo che egli deve sperimentare in questo lontano futuro, un futuro che troverà però ad attenderlo sempre ancora un'altra Circe...
Non tutti i misteri vengono infine risolti dall'autore, talune questioni rimango aperte a più di una interpretazione, se non irrisolte. Certamente non si è di fronte ad un'opera di hard science fiction. Non viene fornita, infatti, alcuna spiegazione più o meno rigorosa della natura degli universi e delle realtà parallele che nella seconda metà dell'opera emergono chiaramente; le meraviglie delle tecnologie basate sulle nuove frontiere raggiunte dalla fisica quantistica recitano, in fondo, il ruolo di una magia alternativa e sembrano proprio tali ai Greci e ai Troiani quando sono usate dagli "Dei" e, del resto, come diceva qualcuno, "Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia". L'intreccio si mantiene costantemente vivo, il ritmo narrativo elevato, davvero pochissime sono le pause narrative, principalmente concentrate nei passaggi più densi di riferimenti letterari, come gli imperdibili dialoghi tra i già citati Moravec fan di Shakespeare e Proust. Se vogliamo trovare una pecca, forse nelle fasi finali abbiamo quasi una esagerazione di personaggi, futuri e storici, nuovi di zecca e richiami letterari, con taluni sviluppi di trama che sembrano creati ad arte per ritagliare il giusto posto ad ognuno di loro. Ma questo non deve e non può intaccare il giudizio complessivo che non può che essere estremamente positivo; un'opera che raccomandiamo a qualsiasi amante della Fantascienza e che pensiamo possa essere apprezzata da un pubblico davvero ampio, data la grande varietà di temi, stili, approcci che il ciclo propone.

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