Divulgare scienza non è semplice, ancora meno lo è creare opere di scrittura creativa basate su concetti scientifici. E se i concetti utilizzati sono, per di più, di non immediata comprensione anche per chi non sia "scientificamente analfabeta" già il semplice tentativo merita un encomio. Ecco perchè mi sento di consigliare la lettura di questo romanzo; soprattutto a chi, come me, è irresistibilmente attratto e subisce il fascino di quelle lavagne piene di formule a prima vista astruse e incomprensibili che armoniosamente risolvono la complessità e l'apparente caos della realtà.
Il nucleo della trama di Incandescence è il rinascimento scientifico che sconvolge l'esistenza degli strani alieni del popolo della Scheggia, un planetoide situato nel disco di accrescimento di una stella di neutroni. Novello Galileo e Newton messi assieme, Zak è il primo alieno a interrogarsi sulla natura del movimento, sulla strana distribuzione della forza peso all'interno della Scheggia (gli alieni popolano l'interno di questo planetoide, la cui superficie, esposta alle radiazioni provenienti dal mostro stellare, è inabitabile).
Zak e i suoi discepoli costruiscono dal nulla, senza alcuna osservazione dell'esterno ma basandosi su semplici esperimenti di galileiana memoria, la fisica newtoniana e la relatività generale, arrivando a descrivere la geometria dello spazio tempo e a concepire il moto come il prodotto delle distorsioni portate in essa dalle masse dei singoli corpi.
A dire il vero, alcuni passaggi logici risultano forzati e appare irreale la velocità con cui questi alieni arrivano, in neanche due generazioni, a formulare quei principi che hanno richiesto quattro secoli all'umanità (ma forse siamo noi che stiamo peccando di antropocentrismo ad essere dalla parte del torto!)... La lettura non è certo agevole, diverse parti del romanzo sono infatti comprensibili pienamente soltanto a chi possiede un' istruzione scientifica e una conoscenza della fisica di medio o, in certi punti, di alto livello. Detto questo, la narrazione cattura il lettore, che sente di dover essere lui in prima persona a comprendere e interpretare i risultati degli esperimenti di Zak e a ragionare sulle possibili spiegazioni e sulle contraddizioni delle teorie formulate: ci si ritrova trasportati, da protagonisti, nell'epopea della scienza, alla base dell'intera odierna civiltà umana.
In conclusione, un romanzo che consiglio a tutti... assieme all'avvertenza, però, di non aspettarsi una lettura semplice e accomodante, ma un testo che necessita, in diversi punti, di una rilettura, che si comprende e si digerisce poco alla volta, soprattutto per chi con la fisica e la matematica non andava molto d'accordo ai tempi del liceo!
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