domenica 18 marzo 2012

INFOGUERRA di Doctorow

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Il romanzo breve è ambientato in una misteriosa e anonima città che, per diverse indizi o suggestioni (l’utilizzo del termine “Compagno” tra gli abitanti, i nomi…), ricorda l’Est Europa. Alcuni anni fa la città è stata teatro di una rivoluzione, anche se non vengono mai chiarite del tutto le ragioni del conflitto, i cui eroi vengono ancora osannati e che ha portato ricchezza e felicità, grazie alle stampanti. Le stampanti sono apparecchiature misteriose quanto miracolose in grado di generare dal nulla cibo, vestiti o, addirittura, cinema, case, ospedali.
La felicità però è di poca durata, i vecchi nemici, gli occidentali, coloro che detengono le royalties su tutto ciò che le stampanti replicano in serie, non si sono rassegnati e sono decisi a far pagare a caro prezzo alla Città la sua estemporanea età dell’oro. Sarà guerra, una guerra feroce come quelle passate ma in cui sarò la tecnologia a farla ancora più da padrone: una Infoguerra.
Le vicende sono narrate dall’occhio di Valentine, una ragazzina che, all’inizio dei combattimenti, ha solo tredici anni. Valentine si troverà catapultata da una vita da favola, di foreste di dolci e cioccolatini, alla cruda realtà della guerra, il cui sviluppo è parallelo alla maturazione della protagonista. In una città distrutta dal conflitto, Valentine ritrova sprazzi della gioia passata negli incontri col Mago, un misterioso uomo ben nutrito e dalla casa confortevole perché ancora in possesso delle miracolose stampanti. Dietro le apparenze gentili, il Mago nasconde tetre motivazioni ma, grazie all’intuito di Valentine, sarà proprio grazie a lui che la Città, grazie alla logica rinforzata, può sconfiggere il nemico e tornare a vivere.
La cornice, ambientazione e idee, è sicuramente fantascientifica ma la sostanza del romanzo, quello che resta impresso nel lettore, ha poco a che fare forse col genere. Si tratta, alla fine, di un ritratto crudo e macabro delle bruttezze della guerra, i cui toni sono addirittura resi più cupi dalle innovazioni tecnologiche che vi compaiono (i virus dello zombismo, gli spaccatrincee…). Un’infanzia negata dagli orrori della guerra e un personaggio sinistro, meschino come il Mago contribuiscono all’atmosfera triste di cui tutta l’opera è impermeata… il lieto fine, pure un po’ sdolcinato, sembra fuori luogo. In conclusione, una bella novella, con un'ambientazione interessante; un intreccio non molto convincente ma opera sicuramente valida dal punto di vista stilistico.

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