scheda completa del romanzo L'Ambasciatore di Marte alla corte della Regina Vittoria
Il romanzo è ambientato nel più classico degli scenari Steampunk: l'Inghilterra Vittoriana del tardo XIX secolo. In questo universo alternativo, però, Marte è abitato da una civiltà, più progredita a livello tecnologico di quella terrestre. I Marziani hanno risposto ai messaggi terrestri instaurando pacifiche relazioni diplomatiche con i governi del nostro pianeta, in particolare con l'Impero Britannico, e iniziando ad esportare alcuni prodotti della loro tecnologia (una specie di tripodi utilizzati per il trasporto pubblico ad esempio).
Le differenze con il mondo cui siamo abituati non finiscono qui: l'esito dell'esperimento di Michelson e Morley ha provato l'esistenza dell'etere e la Gran Bretagna sta costruendo i primi dirigibili eterici in grado di viaggiare nello spazio. E, a completare il quadro di questa stravagante Terra alternativa, sul pianeta e sull'umanità vigilano le fate, guidate da re Oberon. Sono proprio esseri fatati a lavorare all'interno dei cogitatori, l'equivalente dei nostri moderni computer, in grado di accedere ad una specie di internet alternativo, un archivio magico posto oltre i confini del nostro pianeta..
Tutto sembra procedere per il meglio, la Terra e Marte sono pacifici alleati pronti a combattere contro terribili nemici celati nelle paurose profondità dello spazio, dipinti con tratti che rimandano immediatamente a Lovercraft. Ma, come un fulmine a ciel sereno, l'ambasciatore Marziano viene ucciso, assassinato nel peggiore dei modi che gli alieni del pianeta rosso possono immaginare, un modo che rievoca loro una sciagura atavica da cui sono stati segnati per sempre. Incaricato di risolvere l'arcano e trovare il colpevole dell'omicidio, che ha conseguenze politiche facilmente immaginabili, è Thomas Blackwood, agente specialle dell'Ufficio Affari Clandestini di Sua Maestà, il quale si ritroverà invischiato in un complotto ben più grande di quello che si può immaginare...
L'ambientazione del romanzo è davvero ben riuscita, ricca di idee originali e divertenti se non paradossali: i già citati computer magici, i cogitatori, o l'impiego dei Cavalieri Templari come forza di polizia per dirne un'altra. Lo stile di narrazione è semplice, diretto e lineare, basato principalmente sul dialogo e privo di lunghe e pedanti descrizioni o introduzioni. La trama non è malvagia, l'opera si sviluppa con un buon intreccio che però esaurisce troppo velocemente la "suspence" nel lettore, trasformando il finale in una specie di film di James Bond in versione steampunk. I personaggi sono abbastanza stereotipati, intrappolati all'interno della classica contrapposizione "buoni contro cattivi", ma la cosa è in fondo coerente con l'impostazione, quasi fumettistica diremmo per i toni usati e il ritmo narrativo, del romanzo. Concludendo, l'opera è una lettura sicuramente gradevole e divertente, che consigliamo vivamente, ovviamente, soprattutto agli amanti dello Steampunk.
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