domenica 14 febbraio 2010

FUTURO IN TRANCE di Walter S. Tevis

Siamo nel 2467 e l’umanità sta morendo. L’intera società umana è completamente automatizzata: da ormai diverse generazioni, i robot svolgono tutti i lavori necessari e prendono ogni decisione. Un individualismo esasperato regola la vita di ogni uomo: la famiglia è abolita; i bambini e gli adolescenti vivono in collegi dormitorio dove ricevono un’”educazione” fondata sui principi dell’autoappagamento, del culto dell’interiorità, tesa a stroncare ed eliminare sul nascere ogni impulso verso la socializzazione. Il crimine peggiore di questa nuova epoca è l’invasione della Privacy altrui; la coabitazione è vietata e, nelle rarissime discussioni, è buona educazione, secondo le norme della Cortesia Obbligatoria, non guardare l’interlocutore direttamente negli occhi.
In seguito ad un guasto, il sistema di controllo demografico ha cominciato e continua a ricevere segnali che annunciavano un eccessivo incremento della popolazione. In risposta, il sistema ha sterilizzato quasi tutta la generazione umana attualmente vivente e aggiunge sonniferi per bloccare l’ovulazione al mix di antidepressivi e psicofarmaci che ogni persona assume quotidianamente. Così da anni non nascono più bambini e l’umanità si dirige inconsciamente verso l’estinzione.
A rendersi conto di tutto questo è un normale professore universitario, Paul Bentley, che riscopre la lettura e grazie a ciò che apprende nei libri riscopre l’esistenza di un passato, della possibilità di un’esistenza diversa per l’uomo. Di nuovo in grado di leggere il presente, Bentley capisce come la chiusura in sé stessi, che si traduce negli assurdi comandamenti della Cortesia Obbligatoria e della Tutela della Privacy, ha sì da un lato eliminato i contrasti, anche tragici, che caratterizzavano la storia dell’uomo ma gli ha impedito ciò che più di ogni altra cosa l’uomo stesso cerca, ovvero di amare e di essere amato. Simbolo dello stato attuale dell’uomo è Spofforth, un androide dell’ultima generazione, troppo umano in un mondo in cui gli uomini hanno smesso di essere tali: perfetto nel corpo e nella mente ma privo dell’apparato sessuale, insegue il suicidio che gli è impedito.
Il bambino, frutto dell’amore tra Bentley e Mary Lou, l’ultima donna libera della Terra, ancora fertile e con una mente e una personalità realmente vive perché scappata dai dormitori-collegio ancora giovane, regala però un’ultima speranza di riscossa all’umanità.
L’opera è una classica distopia in cui alcuni tra i tratti più negativi della moderna società occidentale vengono amplificati e portati all’estremo: l’individualismo sfrenato, l’asetticità crescente nei rapporti personali, la cieca meccanizzazione e automazione (i cui paradossi sono ritratti ironicamente nella descrizione di una fabbrica di tostapane che da anni sforna elettrodomestici non funzionanti, li distrugge e ne ricicla il materiale per produrne altri) che rendono l’uomo superfluo, quasi un intruso, un elemento caotico da controllare e imbavagliare. Alla ricchezza e profondità dei temi e dei contenuti trattati si associa una trama di buon livello che fa del libro una lettura consigliata a tutti.

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