domenica 27 novembre 2011

L'OCCHIO DEL PURGATORIO

Il romanzo ha per protagonista una tra le figure più classiche che esistano: il pittore scapestrato, convinto del proprio genio e del proprio talento, che vivacchia con fortuna alterna e poco denaro. Un incontro casuale con uno strano personaggio, un geniale scienziato dai tratti malefici di nome Dagerloff, strappa però il nostro artista, Jean Poldonsky, alla routine della vita quotidiana per portarlo ove nessun uomo è mai stato prima. Dagerloff ha infatti scoperto un modo per letteralmente "vedere il futuro" e decide di utilizzare il povero pittore come cavia. Jean si ritroverà proiettato giorni, anni, millenni avanti nel futuro: dapprima soltanto uomini e cose gli appariranno come cadaveri, scheletri, oggetti in via di disfacimento... poi saranno l'intera Terra, anzi, l'intero universo a inscenare la propria morte di fronte agli occhi del pittore.
Romanzo che cattura per l'originalità e la genialità dell'idea di fondo; le tinte fosche e pessimiste sono a tratti schiarite dalla vena ironica dell'autore. Restano impresse le scene quasi splatter, da horror puro, in cui Poldonsky descrive un mondo abitato da cadaveri ambulanti, zombie in decomposizione... il tutto a ricordare il destino ineluttabile che attende ciascuno di noi e verso il quale ogni divisione di razza, genere, classe sociale viene meno nello stesso modo in cui i ricchi vestiti, gli ori, i trucchi sono ormai invisibili agli occhi del pittore.
L'opera, interamente interamente narrata dal punto di vista del protagonista, procede a ritmo serrato, trascinando il lettore nell'abisso interiore di Jean che si ingigantisce divorando l'intera coscienza del pittore mano a mano che l'universo di fronte ai suoi occhi si sgretola. In conclusione una lettura sicuramente interessante e che rimarrà impressa per sempre.

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