mercoledì 27 giugno 2012

INCONTRO CON RAMA di Clarke

vai alla scheda completa di Incontro con Rama XXII secolo: l'umanità si è sparsa nell'intero sistema solare, colonizzando la Luna, Marte, Mercurio, alcuni asteroidi e alcune lune di Giove e Saturno. La Terra costituisce finalmente un'unica entità politica e i Pianeti Uniti sono la nuova versione dell'Onu... La Guardia Spaziale è il complesso sistema di rilevamento costruito per scovare prima possibile asteroidi potenzialmente pericolosi dopo che un disastroso impatto ha devastato la Pianura Padana nel secolo precedente. Nel 2130 viene avvistato un nuovo asteroide dalla grandezza inusitata che, ad un'analisi più approfondita, si rivela essere in realtà un oggetto artificiale al quale viene attribuito il nome di Rama, dalla mitologia induista. C'è poco tempo per studiare il primo oggetto alieno con cui l'umanità viene a contatto e l'unica astronave in grado di raggiungere tempestivamente Rama è la Endeavour. Il romanzo narra l'esplorazione di Rama, che si rivela essere un mondo artificiale in miniatura, da parte dell'equipaggio dell'Endeavour. L'autore descrive, con maniacale attenzione ai dettagli e assoluto rigore scientifico, il microcosmo di Rama e tutte le scoperte che gli umani a bordo riescono a svelare. Il ritmo narrativo è piuttosto lento, a tratti quasi didascalico nella volontà documentarista dello scritto. La trama soffre quindi di alcune pause seppur senza mai cadere, però, nella ripetitività o nella banalità: l'autore da questo punto di vista è abile nel mantenere intatto il senso dell'avventura, della scoperta, della pura ricerca scientifica di chi si avventura per la prima volta in un mondo alieno. Per contro, i personaggi sono praticamente svuotati di emozioni o sentimenti; appaiono quasi esclusivamente interessati al compimento della missione, senza alcuna nota di personalità propria. Soltanto al capitano dell'Endeavour viene concessa qualche pausa, giusto il tempo per poter scrivere a casa (anzi alle due case visto che è bigamo, cosa perfettamente legale in questo futuro immaginario). Lo stile narrativo riflette quest'impostazione con un linguaggio lucido, preciso, scientifico, talvolta sfociando in una sorta di asetticità d'espressione, sensazione rafforzata dal costante utilizzo del narratore onnisciente in terza persona. L'opera segna un ritorno all'originale tuffo nella scoperta, nell'indagine scientifica che ha dato la vita all'intero genere fantascientifico ed è per questo motivo una lettura consigliata a tutti, in particolare a gli appassionati di Fantascienza Hard nel senso più genuino del termine.

domenica 17 giugno 2012

GRAFFITI NELLA BIBLIOTECA DI BABELE

Traduzione dell'antologia The Year's Best SF n.16 con i migliori racconti del 2010. Nessun capolavoro, ma ricordiamo in particolare Petopia di Benjamin Crowell, La Casa di un Uomo è il suo Castello di Michael Swanwick e Il Ragazzo di Jackie di Steven Popkes. vai alla scheda completa di Graffiti nella Biblioteca di Babele