domenica 18 luglio 2021

LA TRILOGIA EVERNESS di Ian McDonald

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Il ciclo è basato su un tema classico della fantascienza, l'esistenza di un un certo numero (in taluni casi infinito) di realtà parallele, piani alternativi dell'esistenza, che possono differire dal nostro soltanto per minuziosi dettagli o essere totalmente estranei. L'opera riprende il concetto di Multiverso, proposto anche in forma rigorosa dalla fisica moderna nella cosiddetta "interpretazione a molti mondi" della meccanica quantistica, dando possibilità ai suoi personaggi di viaggiare al suo interno, muovendosi da un universo all'altro; ma, in realtà, il viaggio si compie sempre sul pianeta, ovvero tra versioni differenti della Terra. Alcune di queste terre parallele sono popolate dall'uomo e differiscono in alcuni ma sensibili dettagli: un mondo dove l'isola della Gran Bretagna è posta al largo dello stretto di Gibilterra ed è oggi un paese musulmano, un'altra Terra che è stata visitata e raggiunta da emissari di una civiltà aliena, un'altra ancora dove la tecnologia non si basa sullo sfruttamento degli idrocarburi ma sul carbone e l'elettricità. Altri mondi invece non conoscono neanche l'uomo, con gli eredi dei dinosauri che hanno colonizzato l'intero pianeta solare e raggiunto un livello tecnologico avanzatissimo; in altri ancora invece l'umanità sta morendo, come su T1, dove una forma aggressiva di nanotecnologia ha finito per impadronirsi di ogni cosa. T1 sta per Terra 1, il pianeta fondatore del Plenum dei Mondi Conosciuti, una organizzazione che assicura, o dovrebbe assicurare, la comunicazione e la collobarazione tra le diverse Terre parallele popolate dall'uomo.
La "nostra" Terra è T10, la decima, ed è da essa che proviene il protagonista principale dell'opera, Everett Singh, figlio di Tejendra Singh, il grande fisico, dalle evidenti origine indiane, che è il principale contributore allo sviluppo dei portali di Heisenberg (così sono chiamate le porte che connettono i mondi paralleli) nel nostro mondo. Tejendra Singh non si è però limitato a questo, egli ha infatti realizzato qualcosa in cui nessun altro è riuscito prima nel Plenum, e questo attira l'attenzione di strani personaggi, appartenenti a quello che pare una sorta di maligno consesso segreto dagli obiettivi poco chiari al di là della immediata sete di potere e assenza di qualsiasi ombra di scrupolo morale. Tejendra viene rapito e sarà Everett a ricevere il suo segreto, un segreto che gli permette di spostarsi all'interno degli universi paralleli alla ricerca di suo padre, anche grazie all'aiuto di nuovi amici, conosciuti su quello strano mondo senza petrolio, solcato da grandi aeronavi come nel nostro non siamo abituati a vedere dai primi decenni del secolo scorso.
Occorre precisare subito che siamo di fronte ad un'opera di sostanziale pura Fantascienza Avventurosa, in possesso di una trama semplice, lineare, un intreccio condito da inseguimenti, battaglie, lotte. I concetti "scientifici" legati alla natura del Multiverso sono usati soltanto come contorno ma non hanno la benchè minima influenza sul corso degli eventi, la tecnologia che permette il salto tra i mondi paralleli è descritta in maniera oscura se non confusa e alla fine dà l'impressione di una sorta di artefatto magico invocato dal protagonista nel momento di necessità. I personaggi sono manichei. Il protagonista principale Everett, permetteteci il paragone, è un piccolo Harry Potter: solo quattordicenne, già in grado di comprendere la fisica quantistica e i suoi sviluppi più avanzati, un nerd capace di scrivere interi sofisticatissimi programmi informatici in pochi minuti e in condizioni ambientali avverse, ma allo stesso tempo un grande portiere di calcio dai riflessi sovrumani e, tanto per non farci mancare nulla, anche un eccellente cuoco. Ovviamente, tra un'impresa e l'altra, riesce pure a far innamorare di sè Sen, la figlia adottiva della capitana dell'aeronave di T3, l'Everness, che lo accoglierà nell'equipaggio, anche grazie alle sue già citate qualità di cuoco. A bordo dell'aeronave troviamo altri personaggi particolari, tra i quali spicca la figura di un esule Confederato (sì, su T3 gli Stati Confederati d'America esistono ancora) che ad ogni occasione cita un versetto della Bibbia.
In conclusione, riteniamo il ciclo non più (ma non di meno) che un sano esempio di Fantascienza Avventurosa, in grado sicuramente di intrattenere e divertire il lettore, ma senza idee veramente originali o particulari spunti creativi. Una particolare avvertenza però dobbiamo darla: la trilogia non è conclusiva, il terzo volume infatti termina senza dare un vero e proprio finale al ciclo, con Everett ancora in piena lotta con i suoi nemici.

venerdì 2 luglio 2021

CICLO DI ILIUM di Dan Simmons

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Thomas Hockenberry è un professore americano del '900 che ha passato la sua vita a studiare ed insegnare letteratura, in particolare l'Iliade. Egli vive ora una seconda esistenza, assistendo allo svolgimento della guerra di Troia: è infatti uno degl scoliasti, studiosi che devono monitorare l'andamento del conflitto assicurandosi che segua esattamente quanto descritto da Omero, facendo rapporto agli dei, in particolare alla Musa. Così si apre uno dei cicli fantascientifici recenti più originali, ricchi di immaginazione e spunti davvero geniali. Il lettore è inizialmente spaesato, incapace di capire cosa stia realmente accadendo: E' la vera guerra di Troia quella cui sta assistendo, forse visitata da viaggiatori nel tempo? Chi sono questi Dei che, come quelli ritratti da Omero, intervengono nelle battaglie, giocano con gli umani come bambini con le loro bambole e sono dotati di poteri tanto straordinari quanto infantile è l'utilizzo che ne fanno?
La risposta a queste come a molte altre domande che sorgeranno in seguito tarda ad arrivare, obbligando il lettore ad accumulare pazientemente indizio su indizio e collegando a poco a poco i fatti, i riferimenti incrociati, i misteri di questa storia futura che l'autore semina nel percorso. Come si capisce in realtà abbastanza velocemente, infatti, Hockenberry non sta assistendo ad uno spettacolo del passato; anzi, la narrazione è ambientata diversi secoli, circa due millenni, nel futuro. Un futuro che vede la Terra popolata da poche migliaia di individui, gli umani vecchio stile, che vivono una esistenza all'insegna del puro edonismo, ignoranti del passato come di ogni dettaglio di funzionamento della tecnologia avanzatissima che permette il loro sostentamento come di teletrasportarsi in una frazione di secondo da un capo all'altro del pianeta, grazie al fax. Strani macchinari, i Voynix, sono loro servitori e li difendono dalle feroci creature che popolano il pianeta: dinousari, uccelli terrore e altre amenità partorite dagli esperimenti folli del passato dell'uomo. La durata della vita di ognuno è fissata, pari a 100 anni, divise in 5 ventine, al termina di ciascuna delle quali l'uomo, o la donna, vengono faxati allo Spedale, posto in anelli orbitanti che circondano il pianeta, dove ogni segno di malattia o vecchiaia viene rimediato. E' credenza comune, dopo la quinta ventina, di essere ammessi finalmente alla presenza dei Post-Umani, esseri più o meno mitologici che dovrebbero abitare sempre negli anelli orbitali, in quella che suona come una nuova vita eterna.
Nei protagonisti principali tra gli umani vecchio stile c'è Harman, ormai già novantanovenne ma unico al mondo ad aver riscoperto la lettura, uno dei pochissimi ad avere una mente curiosa che si ostina cercare di capire il perchè delle cose. Sua amica è Hannah, una giovane artista che, dopo millenni, ripete per la prima volta una grezza procedura di fusione dei metalli. Assieme alla giovane e bellissima Ada e al suo spasimante e cugino (inutile dire come in questo mondo futuro ogni vecchio tabù è ormai pressochè estinto), Daeman, formeranno un gruppetto che rintraccia Savi, la mitica "Ebrea Errante" (senza avere il minimo indizio di cosa sia un "Ebreo"), l'unica sopravvissuta al fax finale avvenuto 1400 anni prima, col quale le coscienze di tutti gli esseri umani allora viventi furono trasferite all'interno di raggi di neutrini che da quel momento orbitano perennemente intorno al pianeta. Ma questo ritrovamento è soltanto l'inizio di una infinita catena di eventi che li vedrà protagonisti e che cambierà per sempre la vita loro e di tutti gli altri esseri umani ancora presenti sulla Terra (e non solo...).
Nei pianeti esterni del Sistema Solare vivono infine i Moravec, macchine coscienti creati dall'uomo per arrivare là dove non era concesso alla natura umana. Mahnmut, ad esempio, vive da anni a bordo del suo fidato sommergibile esplorando gli oceani di Europa mentre il suo amico Orphu è abituato agli strati esterni dell'atmosfera di Io. I Moravec furono creati con una predisposta curiosità verso gli umani e la loro cultura. Mahnmut è così un appassionato di Shakespeare, in particolare dei suoi Sonetti e discorre amabilmente con il suo amico Orphu, agguerrito "tifoso", invece, di Proust e della sua Ricerca. I due faranno parte di un piccolo gruppo inviato in missione verso Marte per indagare su misteriose ma pericolosissime perturbazioni quantistiche che sembrano sconvolgere continuamente il continuum nei pressi del pianeta Marte.
Le azioni di Thomas Hochkenberry faranno divergere gli eventi di questa replica dell'Iliade dall'originale, portando Achille ed Ettore addirittura a combattere fianco a fianco verso un nuovo ed impensabile nemico. La commistione di un'immortale opera classica, come quella rappresentata dal poema Omerico, e di un intreccio fantascientifico è un azzardo che rischiava di risultare pacchiano ma che, invece, dosato e realizzato con saggezza come in questo caso conferisce all'opera un tratto di originalità eccezionale. L'autore dà nuova vita a tutti gli eroi e gli dei di Omero, mescolandone le carte all'interno di un nuovo intreccio in una maniera che può risultare magari dissacrante ma sicuramente geniale; infiniti sono i combattenti che vengono citati, spesse volte i versi esatti dell'Iliade vengono riportati o parafrasati creando una magnifica alternanza nella mente del lettore tra il romantico passato eroico dell'umanità e un mirabolante futuro dove pazzesche tecnologie la fanno da padrone. Ma, come già accennato in precedenza, non è con l'Iliade che si esaurisce la vena di riferimenti letterari presenti nell'opera. Le creature di Shakespeare, Setebo, Prospero, Calibano, Sicorace prendono vita come se la mente umana medesima fosse in grado di creare e plasmare nuove e affascinanti realtà. Le peregrinazioni di Odisseo che già conosciamo quasi impallidiscono di fronte alle avventure nello spazio e nel tempo che egli deve sperimentare in questo lontano futuro, un futuro che troverà però ad attenderlo sempre ancora un'altra Circe...
Non tutti i misteri vengono infine risolti dall'autore, talune questioni rimango aperte a più di una interpretazione, se non irrisolte. Certamente non si è di fronte ad un'opera di hard science fiction. Non viene fornita, infatti, alcuna spiegazione più o meno rigorosa della natura degli universi e delle realtà parallele che nella seconda metà dell'opera emergono chiaramente; le meraviglie delle tecnologie basate sulle nuove frontiere raggiunte dalla fisica quantistica recitano, in fondo, il ruolo di una magia alternativa e sembrano proprio tali ai Greci e ai Troiani quando sono usate dagli "Dei" e, del resto, come diceva qualcuno, "Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia". L'intreccio si mantiene costantemente vivo, il ritmo narrativo elevato, davvero pochissime sono le pause narrative, principalmente concentrate nei passaggi più densi di riferimenti letterari, come gli imperdibili dialoghi tra i già citati Moravec fan di Shakespeare e Proust. Se vogliamo trovare una pecca, forse nelle fasi finali abbiamo quasi una esagerazione di personaggi, futuri e storici, nuovi di zecca e richiami letterari, con taluni sviluppi di trama che sembrano creati ad arte per ritagliare il giusto posto ad ognuno di loro. Ma questo non deve e non può intaccare il giudizio complessivo che non può che essere estremamente positivo; un'opera che raccomandiamo a qualsiasi amante della Fantascienza e che pensiamo possa essere apprezzata da un pubblico davvero ampio, data la grande varietà di temi, stili, approcci che il ciclo propone.