mercoledì 22 dicembre 2021

LA TRILOGIA TOMORROW'S KIN di Nancy Kress

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Il ciclo è basato sull'esistenza e sull'evoluzione di una branca parallela dell'uomo, dovuta al trasferimento decine di migliaia di anni fa ad opera di una specie aliena sconosciuta di un gruppo di umani su un altro pianeta, orbitante intorno alla stella Deneb. La società umana che si sviluppa su Mondo, questo il nome della "Terra parallela", assume connotati radicalmente diversi, portando alla formazione di una società quasi utopica governata dalla cooperazione tra gli individui e il rispetto dell'ecosistema. L'organizzazione di Mondo, più piccolo della Terra e molto meno densamente popolato, è basata su un modello matriarcale in cui ogni individuo è fortemente legato al clan famigliare, il lahk, a capo del quale vi è una "madre", di cui fa parte; un legame che afferisce anche alla sfera giudirica, il clan nella sua interezza è in qualche misura responsabile del comportamento e delle eventuali mancanze di ogni suo membro, ed economica, con forme di periodica ridistribuzione del reddito tra i membri del medesimo clan. Non esiste un matrimonio vero e proprio: uomo e donna si possono legare con delle specie di contratti a tempo ma continuano a vivere con i rispettivi lahk e i figli della coppia spetteranno al lahk materno. Un consiglio formato da tutte le Madri regola lo sviluppo di Mondo, uno sviluppo che oggi definiremmo "sostenibile" in cui modernizzazione, nuove tecnologie, attività economiche devono sempre sottostare al bene comune e alla salute dell'ecosistema nel suo complesso, una dottrina o meglio un principio etico indicato nella lingua di Mondo da tre sillabe: bu ka tel.
Il primo volume del ciclo si apre con l'arrivo sulla Terra di un gruppo proveniente da Mondo. Il viaggio è reso possibile da alcune astronavi della misteriosa razza aliena, la cui tecnologia avanzata i Mondisti sono in grado in qualche caso di utilizzare i frutti seppur senza realmente comprenderla. La visita dei Mondisti sulla Terra non è dovuta al desiderio di esplorazione o di contatto con i "cugini", di cui in realtà diffidono perchè consci della natura totalmente differente dei rispettivi modelli etici e sociali, ma ad una mera necessità di sopravvivenza: l'avanzata di una nube di spore, portatrice di un virus, che entrerà in contatto con la Terra ma anche e soprattutto con Mondo. La natura di questo virus ma soprattutto il suo impatto sia sulla passata evoluzione dell'uomo che sull'attuale sviluppo della società terrestre costituiscono il secondo tema portante dell'intreccio. Il virus non sarà letale per l'uomo ma l'ecosistema della Terra, e di conseguenza la società e l'economia umane, ne saranno radicalmente impattate in quella che è una riflessione sulla fragilità di fondo del mondo che ci circonda e che diamo per scontato.
Il secondo volume è invece interamente ambientato su Mondo che i Terrestri riescono a raggiungere alcuni anni dopo gli eventi del primo episodio. Il terzo volume riporta l'azione sulla Terra, che i reduci del viaggio ed alcuni Mondisti imbarcatisi raggiungono circa trent'anni dopo la partenza iniziale, trovando un pianeta totalmente sconvolto da conflitti scoppiati in seguito a disastri economici, sociali e ambientali ed esacerbati da un movimento ecologista fanatico e radicale.
Protagonista di tutti tre i volumi è la dottoressa Marianne Jenner, una genetista destinata ad intuire per prima il ruolo del virus nella storia e nell'evoluzione umana. Le vicende sue e della sua famiglia viaggiano in parallelo all'evoluzione del virus, ai disastri ambientali della Terra, alla vicende di Mondo in un doppio ben congegnato doppio binario di drammi interiori ed esteriori. L'intreccio narrativo è ben costruito, con un buon bilanciamento di scene d'azione e passaggi di riflessione, nel primo volume, decisamente il migliore del ciclo. Il secondo episodio offre interessanti spunti nella ricostruzione del modello sociale di Mondo ma l'intreccio risulta appesantito, lento, claustrofobico, con situazioni e scene che sembrano ripetersi uguali per un numero indefinito di pagine. L'episodio finale riporta sicuramente più azione ma gli eventi che hanno portato alla distopia descritta, con un sostanzialmente totale annichilimento della società e della popolazione umana, sono ricostruiti solo parzialmente e in maniera non del tutto convincente.
Sono numerosi in tutti e tre i libri scene, discussioni, riferimenti, dialoghi che hanno per oggetto la scienza e la pratica scientifica soprattutto in ambito biologico e genetico, per esempio per lo studio e la preparazione di vaccini. L'altro tema portante dell'opera, che abbiamo già accennato, è la riflessione di stampo ecologista, che vuole porre l'attenzione sul fragile equilibrio su cui poggia l'intero sistema in cui viviamo e sugli immani disastri che anche piccole perturbazioni possono generare. Nel complesso ci sentiamo di consigliare l'opera principalmente al lettore interessato a questi argomenti; gli ultimi due volumi, in particolare, potrebbero risultare altrimenti poco appetibili.

lunedì 6 dicembre 2021

IL TALLONE DI FERRO di Jack London

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Il romanzo è costruito su due piani di narrazione. L'opera vera e propria è costituita da un manoscritto di Avis Everhard, moglie di Ernest Everhard, uno dei maggiori leader della resistenza popolare al regime del Tallone di Ferro, l'Oligarchia che si impossessa del potere negli Stati Uniti della prima metà del '900. L'autore inserisce un secondo livello narrativo, immaginando che tale manoscritto venga ritrovato secoli dopo, in un nuova età dell'oro in cui la società umana è guidata dalla Fratellanza dell'Uomo; uno studioso dell'epoca, Anthony Meredith, ne scrive quindi una introduzione e inserisce diverse note a pie' pagina, dove i giudizi o i pensieri di Avis vengono paternalmente corretti o commentati dalla visuale dello storico del futuro.
Ernest Everhard è un sociologo e politico di umili origini che dedica tutto sè stesso al movimento socialista, con cui viene anche eletto nelle file del Congresso. L'opera narra la deriva degli Stati Uniti verso una plutocrazia autoritaria, in cui i grandi capitali, i Trust, dopo aver oppresso il movimento operaio e la stessa piccola e media borghesia, si impadroniscono di ogni forma di potere reale dando vita al regime dell'Oligarchia. Avis descrive con passione e partecipazione gli sforzi di opposizione del movimento socialista ma il lettore sa già dal principio, grazie all'introduzione di Meredith, che essi saranno vani: l'Oligarchia è destinata a trionfare, cristallizzando la società in una massa di derelitti, il Popolo dell'Abisso, nuovi schiavi sottoposti completamene alle volontà della classe dominante; soltanto una ristretta cerchia di lavoratori specializzati e i militari riescono a mantenere dei benefici e dei diritti giacchè funzionali alla stessa.
L'opera è naturalmente figlia del suo tempo; i discorsi e le teorie di Everhard richiamano in maniera lampante gli scritti di Marx, così come le dinamiche delle organizzazioni e lotte sindacali, la categorizzazione del mondo del lavoro, l'utilizzo stesso di alcune terminologie (come i già citati Trust per esempio) possono risultare poco famigliari, obsolete al lettore. I grandi temi della giustizia sociale, della concentrazione della ricchezza, dello svuotamento di democrazia reale nelle istituzioni sono però assolutamente attuali adesso così come lo erano, seppur in forme diverse, un centinaio di anni fa.
Avis nasce in una famiglia privilegiata, il padre è un famoso scienziato con la passione della sociologia ed è proprio ad una cena organizzata dal padre che la donna conosce per la prima volta Ernest. L'uomo le fa prendere coscienza dell'ingiustizia del suo tempo, del sangue di cui sono macchiate le sue ricchezze e comodità: Avis, e con lei il lettore, si immerge negli orrori e nelle storture dello sfruttamento operaio e del sopruso padronale. Mano a mano che Avis e con lei suo padre prendono le parti della giustizia, iniziano a essere vittime del potere fino a perdere ogni cosa, dedicandosi così interamente alla causa, alla quale la donna si lega indissolubilmente anche tramite il matrimonio con Ernest.
L'opera alterna passaggi didascalici, discorsi di teoria sociologica di Ernest soprattutto, a scene di forte impatto emotivo come la cronaca della repressione nel sangue della rivolta di Chicago. Soprattutto nei capitoli conclusivi, una volta che l'Oligarchia si è affermata definitivamente, la narrazione si fa ancora più cruenta con il movimento socialista che deve per forza ricorrere a metodi ancora più efferati: atti di terrorismo divengono all'ordine del giorno, sorgono nuclei di combattimento segreti al limite del fanatismo, che si tingono di connotati di estremismo se non fondamentalismo quasi religioso, mentre giochi di spionaggio e controspionaggio rendono chiunque sospetto di doppio se non triplo gioco.
L'intreccio risulta nel complesso piuttosto banale ma la sua linearità, il ritmo sempre elevato e l'alta tensione morale della narrazione mantengono la lettura viva fino alla fine. Nel complesso quindi un romanzo che, al di là dell'indubbio valore storico, può ancora interessare il lettore odierno, specialmente se amante di una fantascienza di indagine e denuncia sociale.

domenica 28 novembre 2021

IL PUGNO DELL'UOMO di Davide Del Popolo Riolo


vai alla scheda completa Il romanzo è ambientato in un pianeta imprecisato, in cui la "Città" sembra essere l'unico agglomerato urbano del pianeta, edificata sul luogo dell'atterraggio degli Antichi, i mitici viaggiatori spaziali che in un tempo ormai dimenticato hanno colonizzato il mondo. La Città non è popolata solo da umani, in essa convivono, infatti, esponenti di altre tre razze: i Pallidi, i Sabbiosi e gli Uomini-Pesce, di cui però non vengono forniti elementi circa la loro origine e/o la loro provenienza. Le ultime due categorie degli inumani sono sostanzialmente irrilevanti nell'intreccio; appartiene invece ai Pallidi uno dei personaggi principali e per questo motivo la razza in questione viene descritta con dovizia di particolari.
Essi, detti anche succhiatori o più spregiativamente semplicemente succhia, non sono altro che vampiri: umanoidi dal colorito pallido, calvi, sensibili ai raggi solari e soprattutto che si cibano del sangue umano. Alcuni indizi disseminati lungo il romanzo accennano ad un passato in cui la brama di sangue li portava ad agire con violenza nei confronti degli umani mentre nel presente dell'opera l'assunzione di sangue avviene in modo assolutamente pacifico: molto prosaicamente il prezioso fluido viene acquistato. I Pallidi venerano anche una propria divinità, la Dea Rossa, culto nell'ambito del quale ogni violenza per l'appropriazione di sangue umano sembra costituire ormai un tabù.
La Città è governata fin dagli albori da esponenti di una sola famiglia, gli Anderson-Brown, in quella che appare una sorta di matriarcato: la carica di Sindaco, la massima magistratura della città, infatti, sembra venir conferita alla donna di famiglia più anziana, per un mandato a vita. Alla morte di una Sindaca, avvengono delle elezioni ma sembrano soltanto dei plebisciti pro-forma, atti a sancire una successione dinastica consuetudinaria. Accanto al Sindaco agisce una sorta di consiglio il cui esponente principale, una sorta di primo ministro, è il Cancelliere; questi è invece eletto fattivamente dalla cittadinanza.
Appena al di sotto degli organi di governo esiste una aristocrazia formata dai cosiddetti Patrizi, organizzati in casate nobiliari ciascuna delle quali risiede in una delle ricche abitazioni note come le Torri (scenario che ricorda i comuni italiani medievali). Se la nobiltà è appannaggio esclusivo degli umani, folte schiere di Pallidi invece popolano la ricca borghesia, ricoprendo in particolare professioni come avvocato, banchiere, commerciante. La descrizione della razza vampira e della miscela di xenofobia ed invidia sociale che la circondano richiamano in maniera ovvia e trasparente la storia degli ebrei: si allude chiaramente perfino alla leggenda delle uccisioni rituali di bambini cristiani quando l'autore descrive la calunnia che vuole i Pallidi responsabili delle sparizioni di bambini umani. La parte più povera della popolazione, cui appartengono anche la maggior parte di Sabbiosi e di Uomini-Pesce, vive invece in bassifondi noti col nome di Fosse che sono sostanzialmente lasciati in mano alla malavita.
La tecnologia degli Antichi che verosimilmente doveva essere talmente avanzata da consentire il volo interstellare è andata persa; la città si trova in uno stadio di sviluppo che appare analogo agli anni a cavallo tra XIX e XX secolo: motori a vapore, carbone, prime radio, ferrovie. Non mancano però elementi che stonano in questo parallelo: in corso d'opera infatti il lettore verrà a conoscenza di macchine artificiali autocoscienti così come dell'esistenza di cibridi, creati dal connubbio tra uomo e macchina. Al di fuori della città, il resto del pianeta sembra essere abbandonato; enormi spazi aperti, l'Oceano Verde, sono popolati da tribù nomadi inter-specie dette Costellazioni, della cui storia però non è dato sapere alcunchè.
Il romanzo si apre con la morte della Sindaca in carica che ha governato per decine di anni cui succede Donna Alessandra, una governante onesta quanto risoluta che deve subito affrontare una emergenza senza pari, lo scoppio di una epidemia mortale che dilaga nella città mietendo vittime a ritmo crescente. L'epidemia mette le ali ad un movimento xenofobo, il "Pugno dell'Uomo", che incolpa gli inumani, e soprattutto i Pallidi, della sua nascita e diffusione. Il suo fondatore, Ian Derrick, è un mostruoso demagogo e viene aiutato dalla sua ascesa da un vecchio artista ormai in declino, portato anch'egli a odiare i Pallidi per rancori personali. Donna Alessandra riesce a tenere in pugno la situazione e a contenere il pericoloso movimento; quando però la malattia la colpisce, la Città dovrà andare incontro ad un triste destino. Il parallelo storico prosegue e qualsiasi lettore non può non riconoscere, cosi come nei Pallidi l'equivalente degli ebrei, nel "Pugno dell'Uomo" e nel suo leader la metafora dell'ascesa del Nazionalsocialismo e di Hitler.
L'opera ci ha ricordato da vicino Perdido Street Station di China Mieville per l'impostazione di fondo, l'ambientazione e lo stile narrativo. Abbiamo una commistione di temi e generi letterari sulla falsa riga dello science-fantasy; la trama è narrata dal punto di vista di più personaggi, ciascuno dei quali è costruito e reso vividamente con la propria personalità e la propria storia di vita, seguendo filoni narrativi differenti che vengono poi a intrecciarsi tra di loro, in quello che rappresenta ormai una consuetudine del genere.
L'opera è divisa in tre parti: nelle prime due l'autore racconta lo scoppio della pandemia e l'ascesa del "Pugno dell'Uomo" mentre la terza è ambientata una ventina di anni dopo e conduce al finale. Se le prime parti brillano per una narrazione coinvolgente, un ritmo sempre sostenuto che trascina il lettore pagina dopo pagina, un colpo di scena dopo l'altro, senza soffrire di pause didascaliche, così non è per la conclusione. L'ultimo capitolo, infatti, appare un corpo estraneo, un veloce tentativo di dare una conclusione all'opera; tentativo però raffazzonato nel suo susseguirsi di eventi senza un vero filo logico conduttore, perdendo quella coerenza complessiva che aveva così bene caratterizzato le parti iniziali. Ugualmente raffazzonato troviamo l'espediente narrativo di usare la corrispondenza di uno dei personaggi principali per ricostruire gli accadimenti dei venti anni che intercorrono tra l'inizio e il capitolo conclusivo dell'opera.
Detto questo, l'unica altra pecca che ci sentiamo di individuare consiste forse nell'eccessiva ovvietà dei paralleli storici così come li abbiamo descritti in precedenza. Concludendo, un'opera interessante, in cui l'autore brilla nella costruzione di un universo-città complesso ma consistente e coerente, di cui consigliamo la lettura a chiunque apprezzi una Fantascienza di indagine sociologica, la commistione di sottogeneri differenti, il tutto abbinato ad un intreccio e personaggi ben costruiti e avvincenti.

venerdì 19 novembre 2021

Antologia FANTASCIENZA: GUERRA SOCIALE?

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Validissima raccolta di racconti scritti tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60, interessante anche per la presenza di autori non appartenenti alla Anglosfera, tradizionale bacino del genere. Tra tutti i racconti presenti vogliamo segnalare in particolare Chi può sostituire un uomo? di Brian W. Aldiss, divertente ritratto di una società robotica di un mondo pronto per fare a meno dell'Uomo, Le Strade di Ashkalon di Harry Harrison, dove fede e ragione lottano nuovamente su un pianeta alieno, Un'Altra Parola per Uomo di Robert Presslie, in cui la commovente storia di un extraterrestre giunto sul nostro pianeta si mischia con una riflessione di matrice religiosa, ed infine Elise, angoscioso racconto breve di matrice Post Apocalittica, di Jacques Ferron.

domenica 17 ottobre 2021

Antologia QUANDO IL SOLE SI FERMO'

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"E per un giorno e una notte la Terra non si mosse intorno al Sole, nè girò su se stessa. E le leggi dell'energia cinetica furono sconvolte. Poi la Terra riprese il proprio movimento prestabilito. E nient'altro cambiò.": questo lo spunto geniale fornito da Lester Del Rey e sviluppato da tre grandi autori nei romanzi brevi che compongono l'antologia.
Entrambi ben riusciti e per certi versi simili i lavori di Paul Anderson e Robert Silverberg: tutti e due si focalizzano principalmente sulla figura del protagonista, il "profeta" che ha chiesto e ottenuto il miracolo, sul travaglio interiore che deve attraversare e sulla reazione, spesso inaspettata, del mondo. Differente, di lettura più difficoltosa, l'opera di Dickson in cui il "profeta" compare solo sullo fondo, come una nota di contorno, per focalizzarsi sulla relazione tra alcuni dei pellegrini in attesa del miracolo.

domenica 3 ottobre 2021

VERTICE DI IMMORTALI di Robert Silverberg

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Il romanzo è ambientato in un futuro imprecisato ma non troppo lontano. L'elemento centrale dell'intera opera consiste in una rivoluzionaria conquista tecnologica: la possibilità di registrare l'intera personalità di un essere umano, completa della gamma di tutte le sue esperienze, le sue capacità intellettuali, il suo carattere, su un supporto durevole, creando così le cosiddette imago. E' dunque possibile ottenere una seconda vita quando la propria imago viene scelta per il trapianto da un vivente; imago aggiuntive, infatti, portano in dote capacità analitiche maggiori, conferiscono esperienze e memorie aggiuntive, che conferiscono vantaggi ad esempio sul mondo del lavoro. Ragion per cui il trapianto di una o più imago è desiderato da tutti ed è segno di status sociale, visti gli elevati costi della procedura. L'intero ciclo di vita delle imago, dal loro "stoccaggio", ai trapianti e alle registrazioni periodiche (occorre infatti "salvare" periodicamente la propria imago registrata in modo che sia aggiornata con le ultime esperienze vissute) è gestita dall'Istituto Scheffing, descritto come un organismo in parte controllato dallo stato.
In questo scenario, due magnati senza scrupoli combattono un'aspra lotta per ottenere una imago particolare, quella del grande investitore Paul Kaufmann. A contenderla ci sono da un lato John Roditis, un cosiddetto self-made man di origini greche; dall'altro il nipote del defunto, Mark Kaufmann, intenzionato a impedire a tutti i costi a Roditis di entrare all'interno del clan. La lotta tra questi due titani coinvolge anche altri personaggi di questa elite di "super-ricchi", la cui caratteristica comune è il cinismo: ogni azione è infatti diretta solo e soltanto all'ottenimento di un vantaggio personale, sia esso di natura economica o di altro tipo. Abbiamo Elena Volterra, il prototipo della donna fatale assetata di potere, Risa Kaufman, figlia di Mark, la giovane ma già determinata rampolla desiderosa di bruciare le tappe e ottenere autorità negli affari di famiglia. Totalmente inadatto a questo mondo spietato è invece Charles Noyes, discendente di una famiglia altolocata, finito a recitare il ruolo di galoppino di Roditis. La sua personalità debole lo costringe ad una lotta estenuante anche con l'imago che ospita, quella dell'aggressivo Kravchenko, che tenterà a più riprese di ottenere il controllo del corpo del suo ospite. Tale eventualità è possibile e costituisce ovviamente un abominio, che passa sotto il nome di dybbuk, e se scoperto, l'imago colpevole è passibile di immediata cancellazione.
L'idea di base del romanzo non costituisce una novità assoluta ma l'autore la elabora in maniera originale e intelligente. Oltre alla già descritta immagine del dybbuk, ben riusciti sono i dialoghi interni dei personaggi con le loro imago, che mantengono i propri connotati di personalità e carattere. Questo nuovo ciclo di "reincarnazioni" ha dato linfa alle dottrine orientali che hanno così attecchito anche in occidente con una specie di nuova forma di buddismo; in diverse occasioni viene così citato da più personaggi il tibetano Libro dei Morti, una sorta di guida per l'anima dopo il trapasso. Come già accennato, tutti i protagonisti appartengono all'elite; pochissimi sono i passi dell'opera in cui prendono la parola o solo compaiono sulla scena persone comuni recitando fin dal principio il ruolo di pecore destinate al macello, in maniera forse troppo scontata.
L'intreccio è ben costruito, con una giusta dose di complessità che non appesantisce la lettura e un finale ben congegnato e sorprendente; la trama, a tratti quasi una spy-story, mantiene vivo l'interesse del lettore, aiutato anche dal ritmo narrativo elevato senza pause didascaliche. Anzi, forse, qualche passaggio più descrittivo su questa società immaginaria del futuro dove la morte è stata, almeno parzialmente, sconfitta avrebbe forse rappresentato un valore aggiunto: innumerevoli ovviamente sarebbero gli impatti sulla sfera sociale, politica, economica, religiosa che avrebbe potuto valer la pena descrivere.
Concludendo, un'opera sicuramente interessante, una buona lettura, ma che lascia un certo senso di incompiutezza, di occasione mancata per un vero capolavoro all'altezza di altre opere del medesimo autore. Consigliata in particolare agli amanti del genere sociologico, senza eccessive complessità.

domenica 19 settembre 2021

IL PASSO DELL'UBRIACO di Frederik Pohl

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Il romanzo è ambientato nel 2200 circa in un mondo contrassegnato dalla sovrappopolazione, avendo raggiunto i 12 miliardi di abitanti. Il protagonista principale è un professore universitario di matematica, il professor Cornut, e quasi tutta l'opera è ambientata all'interno della sua università. L'Università è una istituzione immensa con enormi spazi dove professori e studenti vivono completamente isolati dal mondo esterno; mondo esterno sul quale abbiamo pochi indizi ma che viene implicitamente descritto come ormai quasi invivibile a causa dell'affollamento e del chaos.
I corsi universitari sono destinati ai pochi privilegiati in presenza ma non solo; sono videotrasmessi, infatti, in tutto il mondo, e chiunque può sperare di superare i difficilissimi test per entrare nell'Eldorado dell'Università. I professori sono una vera e propria casta privilegiata, vestono in maniera da essere inequivocabilmente identificati, possono muoversi all'interno o all'esterno dell'Università senza restrizioni, cosa vietata agli studenti; studenti che devono ottemperare anche a mansioni di servizio come cuochi, camerieri, inservienti, custodi etc... Non è chiaro se limitata alla branchia della matematica ma appare diffuso l'uso di filastrocche come espedienti memonici per i concetti più disparati, una delle trovate satiriche più divertenti del romanzo.
L'intreccio si basa su un mistero: le pulsioni suicide del professor Cornut, inspiegabili. Tanto inspiegabili che viene convinto dai colleghi a prendere moglie per dare maggiore stabilità alla propria vita e la prescelta, casualmente già innamorata di lui, è una studentessa di nome Locille. Proprio dalla visita alla famiglia di lei che vive in un texas, una sorta di struttura posta al largo della costa allo scopo di raccolta e sfruttamento delle risorse marine, apprendiamo molto della vita al di fuori della torre d'avorio universitaria. I tentativi di suicidio del professore non si fermano però neanche con le gioie della vita coniugale; anzi il mistero si infittisce quando si scopre come il suo non è un caso isolato tra la comunità accademica, semplicemente nessuno ha resistito tanto a lungo come lui, sopravvivendo ostinatamente a più episodi di tentato suicidio. Dietro questo fenomeno si cela, in realtà, un complotto insospettabile...
Il lato migliore dell'opera consiste sicuramente negli elementi di descrizione sociologica di questa estrema visione dell'Università del futuro, il tutto coniugato con passi satirici ben riusciti che riescono perfettamente a mantenere il lettore attento e divertito. La trama è lineare, semplice nella sua impostazione quasi di puzzle investigativo, e si mantiene interessante, nonostante un finale dal tono, diremmo oggigiorno, "complottista".
Nel complesso, romanzo quindi consigliato in particolare agli amanti del genere e dell'autore, maestro di questi affreschi sociologici, vere e proprie visioni di possibili presenti e futuri dell'umanità.

sabato 11 settembre 2021

CREATORI DI DEI di Frank Herbert

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Il romanzo è in realtà formato da quattro racconti indipendenti che hanno in comune il personaggio principale e lo scenario. Le storie sono ambientate in un lontano, non precisato, futuro che ha visto l'uomo espandersi nello spazio, colonizzando diversi pianeti. Le Guerre dell'Orlo hanno però distrutto quello che doveva essere una sorta di impero o governo unitaro facendo sì che numerosi insediamenti rimanessero isolati o addirittura che di molti di essi se ne perdessero completamente le tracce. Il protagonista principale è Lewis Orne che, agli inizi dell'opera, è un agente novizio della Riscoperta, una sorta di agenzia governativa che si occupa di ristabilire il contatto con pianeti andati "persi", verificare la loro attitudine "pacifica" e reinserirli sia in termini sociali che economici. Nel caso si sospetti che la società del pianeta sia invece dominata da una attitudine bellicosa o comunque potenzialmente pericolosa, subentra il Servizio Investigazioni e Interventi il cui obiettivo finale è quello di scongiurare nuovi catastrofici conflitti interstellari.
Alla sua prima missione, Orne riconosce correttamente, seppur in maniera più intuitiva che razionale, la pericolosità di una società apparentemente agraria e pacifica e viene quindi promosso ad agente del Servizio Investigazioni e Interventi direttamente dal suo ispettore capo, Stetson. Orne viene quindi coinvolto in ulteriori missioni, dalla complessità sempre più crescente, che lo vedono sventare il complotto ordito da una sorta di ordine segreto femminile (inevitabile il riferimeno al Bene Gesserit del ciclo di Dune del medesimo autore) fino a dover infiltrarsi Amel. Amel è una sorta di pianeta interamente dedicato alla Religione, dove vivono in armonia e collaborazione membri del clero seguaci dei culti più disparati, alcuni apparentemente eredi diretti di religioni dei nostri giorni, grazie alla Tregua Ecumenica. Essi non si limitano però alla preghiera o alla contemplazione, i loro scritti e le loro azioni hanno un rapporto ben più diretto con gli dei, e non solo...
La vicenda finale ambientata su Amel è la parte preponderante dell'opera, che dà anche il titolo all'intero fix up, e sicuramente la più controversa. Qui infatti l'autore si abbandona a lunghe riflessioni sul ruolo della religione, la sua essenza filosofica, la relazione con energie spirituali dell'uomo e misteriosi poteri psi; riflessioni realizzate spesso in lunghi dialoghi dove i personaggi perdono quasi ogni altra funzione al di fuori dall'essere i portavoci di tali elucubrazioni. Quasi inutile dire che, inevitabilmente, l'intreccio diventi in quest'ultimo capitolo abbastanza contorto, con sviluppi che spesso sfidano la razionalità se non sembrare quasi totalmente privi di senso logico. I capitoli relativi ai primi tre episodi hanno invece un impianto decisamente più tradizionale ed è lì che si può apprezzare maggiormente il talento dell'autore nella costruzione di trame solide, costruite su un impianto di concetti sociologici e di riflessione filosofica.
In conclusione, volendo fornire un giudizio complessivo, pensiamo di poter consigliare la lettura dell'opera principalmente agli amanti della Fantascienza Speculativa, che apprezzano lunghi passaggi di riflessioni filosofiche, metafisiche; chi invece predilige opere dall'intreccio lineare, con un chiaro sviluppo della trama potrebbe rimanere deluso, anche a causa del già citato carattere non unitario della medesima.

sabato 14 agosto 2021

IL MIO MONDO BRUCIATO di Brian W. Aldiss

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Il romanzo è ambientato in una Terra futura devastata dalla sovrappopolazione e dall'inquinamento. La necessità di coltivare cibo a sufficienza ha costretto l'uomo ad utilizzare fino allo sfinimento ogni forma di terreno col risultato finale che la terra stessa è ormai un veleno e il cibo da essa generato deve essere trattato per alleviarne, almeno in parte, i suoi effetti mortali. La produzione è comunque insufficiente e la fame è una condizione ormai cronica per ogni individuo. Il lavoro nei campi è talmente duro e pericoloso per la salute che viene praticato soltanto da prigionieri, radunate in comunità guidate da un agricoltore; prigionieri la cui vita vale meno di quella di macchine o robot e vengono usati proprio in lavori dove questi ultimi potrebbero essere danneggiati.
L'Occidente è allo sfascio; le nazioni più potenti sono quelle africane che per decenni si sono combattutte tra loro ma ora apparentemente unite in una sorta di confederazione, retta però più dal carisma di un politico eccezionale che dà una vera e propria struttura stabile. Le città sono staccate dal suolo e dai suoi miasmi; comunità di criminali indipendenti che rifiutano di sottomettersi al nuovo ordine oppressivo, i viaggiatori, vagano per le zone coltivate, proprietà degli agricoltori, mentre il clima di follia generalizzata ha riprecipitato la maggior parte della popolazione in strani culti animisti; tra le fasce più abbienti invece c'è chi predica l'astensione dalle attività riproduttive al fine di riuscire finalmente a ridurre la popolazione.
Lo scenario del romanzo è un classico del genere distopico ma la realizzazione ha caratteri originali e unici nel genere. L'attenzione alla terra, ormai velenosa, e sul cibo, doppiamente maledetto sia per la sua assenza, che provoca una onnipresente fame, che per la sua presenza, in quanto ormai vettore dei veleni del suolo, permea l'intera opera in maniera quasi soffocante. Pochi dettagli sono forniti sul passato, su come si è giunti a questa terribile condizione; anche la vita del protagonista dell'opera viene ricostruita solo a tratti tramite alcuni flash back.
La sensazione di trovarsi davanti ad una sorta di nebbia mentale, un velo di follia che permea il mondo intero, è esacerbata dalle allucinazioni vissute dal protagonista; allucinazioni che talvolta, in maniera crediamo volutamente equivoca, sembrano essere condivise da altri personaggi e quindi essere parte della realtà, non fantasie della mente, ma della cui natura nulla viene spiegato.
La prima parte dell'opera trascina il lettore in una sequela di scene apparentemente isolate come un susseguirsi di sogni folli del protagonista; un certo filone narrativo più o meno coerente emerge nella seconda metà del romanzo, che si conclude però in maniera piutosto scontata, banale. Nel complesso, quindi, consigliamo la lettura principalmente agli amanti del genere distopico, più per una certa originalità nella presentazione del tema, nelle suggestioni evocate, che nella sua effettiva realizzazione.

martedì 10 agosto 2021

Antologia LE CITTA' CHE CI ASPETTANO

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Discreta antologia che contiene diversi racconti, quasi tutti brevi ovvero al massimo una decina di pagine l'uno, sul tema dell'evoluzione futura delle città. Tale argomento è talvolta usato soltanto come spunto, con racconti che finiscono a trattare di tutt'altro; in altri casi invece è effettivamente al cuore dell'opera e rilevante nell'intreccio. Quasi tutti i racconti hanno in comunque, comunque, un approccio tendenzialmente distopico con temi ricorrenti quali la sovrappopolazione o l'inquinamento; la limitata lunghezza di ciascuno impone chiaramente dei limiti all'impianto concettuale e, spesso, il contesto è descritto soltanto da qualche riferimento o da un numero limitato di indizi.
Tra tutti i racconti presenti, ci sentiamo di raccomandare in particolare Il Burocrate, o la Città Programmata di Robert Silverberg, una ben riuscita variazione sul genere del mondo-città di Trantoriana memoria.

domenica 18 luglio 2021

LA TRILOGIA EVERNESS di Ian McDonald

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Il ciclo è basato su un tema classico della fantascienza, l'esistenza di un un certo numero (in taluni casi infinito) di realtà parallele, piani alternativi dell'esistenza, che possono differire dal nostro soltanto per minuziosi dettagli o essere totalmente estranei. L'opera riprende il concetto di Multiverso, proposto anche in forma rigorosa dalla fisica moderna nella cosiddetta "interpretazione a molti mondi" della meccanica quantistica, dando possibilità ai suoi personaggi di viaggiare al suo interno, muovendosi da un universo all'altro; ma, in realtà, il viaggio si compie sempre sul pianeta, ovvero tra versioni differenti della Terra. Alcune di queste terre parallele sono popolate dall'uomo e differiscono in alcuni ma sensibili dettagli: un mondo dove l'isola della Gran Bretagna è posta al largo dello stretto di Gibilterra ed è oggi un paese musulmano, un'altra Terra che è stata visitata e raggiunta da emissari di una civiltà aliena, un'altra ancora dove la tecnologia non si basa sullo sfruttamento degli idrocarburi ma sul carbone e l'elettricità. Altri mondi invece non conoscono neanche l'uomo, con gli eredi dei dinosauri che hanno colonizzato l'intero pianeta solare e raggiunto un livello tecnologico avanzatissimo; in altri ancora invece l'umanità sta morendo, come su T1, dove una forma aggressiva di nanotecnologia ha finito per impadronirsi di ogni cosa. T1 sta per Terra 1, il pianeta fondatore del Plenum dei Mondi Conosciuti, una organizzazione che assicura, o dovrebbe assicurare, la comunicazione e la collobarazione tra le diverse Terre parallele popolate dall'uomo.
La "nostra" Terra è T10, la decima, ed è da essa che proviene il protagonista principale dell'opera, Everett Singh, figlio di Tejendra Singh, il grande fisico, dalle evidenti origine indiane, che è il principale contributore allo sviluppo dei portali di Heisenberg (così sono chiamate le porte che connettono i mondi paralleli) nel nostro mondo. Tejendra Singh non si è però limitato a questo, egli ha infatti realizzato qualcosa in cui nessun altro è riuscito prima nel Plenum, e questo attira l'attenzione di strani personaggi, appartenenti a quello che pare una sorta di maligno consesso segreto dagli obiettivi poco chiari al di là della immediata sete di potere e assenza di qualsiasi ombra di scrupolo morale. Tejendra viene rapito e sarà Everett a ricevere il suo segreto, un segreto che gli permette di spostarsi all'interno degli universi paralleli alla ricerca di suo padre, anche grazie all'aiuto di nuovi amici, conosciuti su quello strano mondo senza petrolio, solcato da grandi aeronavi come nel nostro non siamo abituati a vedere dai primi decenni del secolo scorso.
Occorre precisare subito che siamo di fronte ad un'opera di sostanziale pura Fantascienza Avventurosa, in possesso di una trama semplice, lineare, un intreccio condito da inseguimenti, battaglie, lotte. I concetti "scientifici" legati alla natura del Multiverso sono usati soltanto come contorno ma non hanno la benchè minima influenza sul corso degli eventi, la tecnologia che permette il salto tra i mondi paralleli è descritta in maniera oscura se non confusa e alla fine dà l'impressione di una sorta di artefatto magico invocato dal protagonista nel momento di necessità. I personaggi sono manichei. Il protagonista principale Everett, permetteteci il paragone, è un piccolo Harry Potter: solo quattordicenne, già in grado di comprendere la fisica quantistica e i suoi sviluppi più avanzati, un nerd capace di scrivere interi sofisticatissimi programmi informatici in pochi minuti e in condizioni ambientali avverse, ma allo stesso tempo un grande portiere di calcio dai riflessi sovrumani e, tanto per non farci mancare nulla, anche un eccellente cuoco. Ovviamente, tra un'impresa e l'altra, riesce pure a far innamorare di sè Sen, la figlia adottiva della capitana dell'aeronave di T3, l'Everness, che lo accoglierà nell'equipaggio, anche grazie alle sue già citate qualità di cuoco. A bordo dell'aeronave troviamo altri personaggi particolari, tra i quali spicca la figura di un esule Confederato (sì, su T3 gli Stati Confederati d'America esistono ancora) che ad ogni occasione cita un versetto della Bibbia.
In conclusione, riteniamo il ciclo non più (ma non di meno) che un sano esempio di Fantascienza Avventurosa, in grado sicuramente di intrattenere e divertire il lettore, ma senza idee veramente originali o particulari spunti creativi. Una particolare avvertenza però dobbiamo darla: la trilogia non è conclusiva, il terzo volume infatti termina senza dare un vero e proprio finale al ciclo, con Everett ancora in piena lotta con i suoi nemici.

venerdì 2 luglio 2021

CICLO DI ILIUM di Dan Simmons

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Thomas Hockenberry è un professore americano del '900 che ha passato la sua vita a studiare ed insegnare letteratura, in particolare l'Iliade. Egli vive ora una seconda esistenza, assistendo allo svolgimento della guerra di Troia: è infatti uno degl scoliasti, studiosi che devono monitorare l'andamento del conflitto assicurandosi che segua esattamente quanto descritto da Omero, facendo rapporto agli dei, in particolare alla Musa. Così si apre uno dei cicli fantascientifici recenti più originali, ricchi di immaginazione e spunti davvero geniali. Il lettore è inizialmente spaesato, incapace di capire cosa stia realmente accadendo: E' la vera guerra di Troia quella cui sta assistendo, forse visitata da viaggiatori nel tempo? Chi sono questi Dei che, come quelli ritratti da Omero, intervengono nelle battaglie, giocano con gli umani come bambini con le loro bambole e sono dotati di poteri tanto straordinari quanto infantile è l'utilizzo che ne fanno?
La risposta a queste come a molte altre domande che sorgeranno in seguito tarda ad arrivare, obbligando il lettore ad accumulare pazientemente indizio su indizio e collegando a poco a poco i fatti, i riferimenti incrociati, i misteri di questa storia futura che l'autore semina nel percorso. Come si capisce in realtà abbastanza velocemente, infatti, Hockenberry non sta assistendo ad uno spettacolo del passato; anzi, la narrazione è ambientata diversi secoli, circa due millenni, nel futuro. Un futuro che vede la Terra popolata da poche migliaia di individui, gli umani vecchio stile, che vivono una esistenza all'insegna del puro edonismo, ignoranti del passato come di ogni dettaglio di funzionamento della tecnologia avanzatissima che permette il loro sostentamento come di teletrasportarsi in una frazione di secondo da un capo all'altro del pianeta, grazie al fax. Strani macchinari, i Voynix, sono loro servitori e li difendono dalle feroci creature che popolano il pianeta: dinousari, uccelli terrore e altre amenità partorite dagli esperimenti folli del passato dell'uomo. La durata della vita di ognuno è fissata, pari a 100 anni, divise in 5 ventine, al termina di ciascuna delle quali l'uomo, o la donna, vengono faxati allo Spedale, posto in anelli orbitanti che circondano il pianeta, dove ogni segno di malattia o vecchiaia viene rimediato. E' credenza comune, dopo la quinta ventina, di essere ammessi finalmente alla presenza dei Post-Umani, esseri più o meno mitologici che dovrebbero abitare sempre negli anelli orbitali, in quella che suona come una nuova vita eterna.
Nei protagonisti principali tra gli umani vecchio stile c'è Harman, ormai già novantanovenne ma unico al mondo ad aver riscoperto la lettura, uno dei pochissimi ad avere una mente curiosa che si ostina cercare di capire il perchè delle cose. Sua amica è Hannah, una giovane artista che, dopo millenni, ripete per la prima volta una grezza procedura di fusione dei metalli. Assieme alla giovane e bellissima Ada e al suo spasimante e cugino (inutile dire come in questo mondo futuro ogni vecchio tabù è ormai pressochè estinto), Daeman, formeranno un gruppetto che rintraccia Savi, la mitica "Ebrea Errante" (senza avere il minimo indizio di cosa sia un "Ebreo"), l'unica sopravvissuta al fax finale avvenuto 1400 anni prima, col quale le coscienze di tutti gli esseri umani allora viventi furono trasferite all'interno di raggi di neutrini che da quel momento orbitano perennemente intorno al pianeta. Ma questo ritrovamento è soltanto l'inizio di una infinita catena di eventi che li vedrà protagonisti e che cambierà per sempre la vita loro e di tutti gli altri esseri umani ancora presenti sulla Terra (e non solo...).
Nei pianeti esterni del Sistema Solare vivono infine i Moravec, macchine coscienti creati dall'uomo per arrivare là dove non era concesso alla natura umana. Mahnmut, ad esempio, vive da anni a bordo del suo fidato sommergibile esplorando gli oceani di Europa mentre il suo amico Orphu è abituato agli strati esterni dell'atmosfera di Io. I Moravec furono creati con una predisposta curiosità verso gli umani e la loro cultura. Mahnmut è così un appassionato di Shakespeare, in particolare dei suoi Sonetti e discorre amabilmente con il suo amico Orphu, agguerrito "tifoso", invece, di Proust e della sua Ricerca. I due faranno parte di un piccolo gruppo inviato in missione verso Marte per indagare su misteriose ma pericolosissime perturbazioni quantistiche che sembrano sconvolgere continuamente il continuum nei pressi del pianeta Marte.
Le azioni di Thomas Hochkenberry faranno divergere gli eventi di questa replica dell'Iliade dall'originale, portando Achille ed Ettore addirittura a combattere fianco a fianco verso un nuovo ed impensabile nemico. La commistione di un'immortale opera classica, come quella rappresentata dal poema Omerico, e di un intreccio fantascientifico è un azzardo che rischiava di risultare pacchiano ma che, invece, dosato e realizzato con saggezza come in questo caso conferisce all'opera un tratto di originalità eccezionale. L'autore dà nuova vita a tutti gli eroi e gli dei di Omero, mescolandone le carte all'interno di un nuovo intreccio in una maniera che può risultare magari dissacrante ma sicuramente geniale; infiniti sono i combattenti che vengono citati, spesse volte i versi esatti dell'Iliade vengono riportati o parafrasati creando una magnifica alternanza nella mente del lettore tra il romantico passato eroico dell'umanità e un mirabolante futuro dove pazzesche tecnologie la fanno da padrone. Ma, come già accennato in precedenza, non è con l'Iliade che si esaurisce la vena di riferimenti letterari presenti nell'opera. Le creature di Shakespeare, Setebo, Prospero, Calibano, Sicorace prendono vita come se la mente umana medesima fosse in grado di creare e plasmare nuove e affascinanti realtà. Le peregrinazioni di Odisseo che già conosciamo quasi impallidiscono di fronte alle avventure nello spazio e nel tempo che egli deve sperimentare in questo lontano futuro, un futuro che troverà però ad attenderlo sempre ancora un'altra Circe...
Non tutti i misteri vengono infine risolti dall'autore, talune questioni rimango aperte a più di una interpretazione, se non irrisolte. Certamente non si è di fronte ad un'opera di hard science fiction. Non viene fornita, infatti, alcuna spiegazione più o meno rigorosa della natura degli universi e delle realtà parallele che nella seconda metà dell'opera emergono chiaramente; le meraviglie delle tecnologie basate sulle nuove frontiere raggiunte dalla fisica quantistica recitano, in fondo, il ruolo di una magia alternativa e sembrano proprio tali ai Greci e ai Troiani quando sono usate dagli "Dei" e, del resto, come diceva qualcuno, "Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia". L'intreccio si mantiene costantemente vivo, il ritmo narrativo elevato, davvero pochissime sono le pause narrative, principalmente concentrate nei passaggi più densi di riferimenti letterari, come gli imperdibili dialoghi tra i già citati Moravec fan di Shakespeare e Proust. Se vogliamo trovare una pecca, forse nelle fasi finali abbiamo quasi una esagerazione di personaggi, futuri e storici, nuovi di zecca e richiami letterari, con taluni sviluppi di trama che sembrano creati ad arte per ritagliare il giusto posto ad ognuno di loro. Ma questo non deve e non può intaccare il giudizio complessivo che non può che essere estremamente positivo; un'opera che raccomandiamo a qualsiasi amante della Fantascienza e che pensiamo possa essere apprezzata da un pubblico davvero ampio, data la grande varietà di temi, stili, approcci che il ciclo propone.

martedì 29 giugno 2021

IL TRENO DEGLI DEI di China Mieville

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Il romanzo è il terzo episodio della serie del Bas-Lag, seguito di Perdido Street Station e La Città delle Navi; come il precedente, è però una storia autonoma che può essere letta indipendentemente anche senza per forza conoscere i due volumi che lo precedono. La parte iniziale del romanzo ci riporta nella città-stato di New Cobruzon, la più potente del mondo del Bas-Lag. La città è in guerra contro i misteriosi nemici di Tesh, una guerra che nonostante le premesse sembra star svoltando verso un esito infausto. In realtà nessuna notizia certa viene fornita sul confronto bellico, le uniche informazioni sono le terribili esperienze (non si sa quanto reali) dei reduci tornati in città che alimentano l'idea di un nemico subdolo che fa ricorso alle arte magiche più orrifiche e misteriose.
I problemi del conflitto si ripercuotono sull'economia della città, che vive principalmente sul commercio, innescando una spirale di disordine sociale, malcontento verso l'elite governante che, combinati con le tensioni razziali già esistenti, porteranno infine alla rivolta armata. Il protagonista di questa fase del romanzo è un ragazzo di nome Ori; frequentatore delle riunioni di un movimento di protesta, Ori finirà per stancarsi dell'approccio apparentemente solo teorico del gruppo per entrare nella banda del Toro, non intimidito ma bensì imbaldanzito dai metodi chiaramenti violenti se non criminali in toto della gang, desideroso di poter finalmente agire nel concreto per combattere le ingiustizie e il malaffare che dominano New Cobruzon. Ad aiutarlo nei suoi intenti è Spiral Jack, quello che sembra un vecchietto innocuo anzi un po' fuori di testa, seguace di un vecchio eroe della ribellione, il Rifatto Jack Mezzapreghiera.
Il secondo grande filone del romanzo è costituito dal lungo flashback che racconta la storia del Concilio di Ferro. Anni prima, il colossale progetto di una ferrovia che unisse New Cobruzon alle città di Cobsea e Myrshock, alcuni dei suoi principali partner commerciali, era naufragato in una aperta rivolta di operai e schiavi Rifatti che, impossessatisi del treno, hanno poi resistito ad ogni attacco delle truppe di New Cobruzon, fuggendo verso terre sconosciute, con la strada ferrata perennemente costruita e rimossa come unica garanzia della libertà. Ha partecipato a questa impresa Judah Low, un grande golemista (l'arte di creare essere animati a partire da materia inanimata) poi tornato a New Cobruzon e ora deciso a ritrovare i ribelli del Concilio di Ferro, sicuro che un loro rientro in città permetterebbe di dare la spallata finale al regime vacillante.
Il pensiero politico dell'autore permea l'intero romanzo. Le dinamiche di riunione e lotta sindacale di New Cobruzon, il lessico e il linguaggio stesso dei leader dei movimenti di protesta, riportano istantaneamente alla lotta operaia del XIX secolo e all'organizzazione dei movimenti socialisti. La seconda grande protagonista, la ferrovia che esplora lande sconosciute e desolate, richiama anch'essa immediatamente l'epopea della conquista dell'Ovest vissuta nel medesimo secolo nel Nord America, quella frontiera soggetta al libero arbitrio dei potenti, in cui i magnati della strada ferrata accumulavano immense fortune.
Tale caratterizzazione politica così palese ed evidente può risultare a tratti eccessiva, forzata; stessa sensazione di malcelata propaganda viene generata da una certa esasperata attenzione descrittiva ai rapporti omosessuali vissuti da alcuni dei protagonisti. Dal punto di vista narrativo, rispetto ai volumi precedenti, più numerose sono le scene di pura azione come le descrizione delle battaglie combattute in città o dal Concilio di Ferro durante il suo viaggio di ritorno; passaggi narrativi che non sono evidentemente il punto forte dell'autore, peccando a volte di ripetitivà o monotonia.
Nel complesso, il romanzo risulta inferiore ai due precedenti volumi del Bas-Lag. Per questo motivo, seppur il romanzo rappresenti comunque una lettura molto interessante e non manchino idee geniali anche in questo episodio, consigliamo a chiunque approcci questo autore il volume iniziale della serie Perdido Street Station o il suo seguito La Città delle Navi.

lunedì 21 giugno 2021

LA CITTA' DELLE NAVI di China Mieville

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Il romanzo è il secondo episodio della serie del Bas-Lag, il seguito di Perdido Street Station; ambientato nello stesso mondo, non è però necessario aver letto il primo episodio, dato che costituisce una lettura completamente autonoma e indipendente. Se l'episodio precedente era ambientato nella tentacolare metropoli di New Cobruzon, in questo romanzo il lettore viene a contatto con le lande più misteriose e distanti del Bas-Lag, insieme con i loro strani abitanti; quello del Bas-Lag è, infatti, un mondo popolato da una schiera di specie intelligenti che convivono con l'uomo.
Ai margini delle terre conosciute agli abitanti di New Cobruzon, ai confini con le leggende e la mitologia, si situa l'Alto Cromlech, un misterioso paese di non-morti, dominato dalla casta dei Tanati, cadaveri con la bocca cucita che parlano una lingua di silenzi e mugugni, il Silentico; loro sudditi sono zombie e vampiri, mentre pochi vivi sono tenuti liberi per svolgere i lavori che solo loro sono in grado di fare.
All'altro capo del mondo, a Gnurr Ket, vivono gli Anofeli, delle specie di uomini-zanzara, le cui femmine si nutrono di sangue tramite una enorme proboscide; costantemente afflitte da una fame che le rende animali feroci e pericolosi, soltanto quando sono sazie possono agire come essere razionali. I maschi della medesima specie sono invece essere miti, intellettuali interessati soltanto all'apprendimento, alla speculazione filosofia e scientifica. Essi conoscono una sola lingua scritta, il complicato Alto Kettai; non sono in grado infatti di parlare dato che al posto della bocca hanno solo un piccolo sfintere che usano per succhiare il nettare dei fiori, il loro unico cibo.
La maggior parte del romanzo è ambientata ad Armada, una città di navi pirata che si sposta per gli oceani e i mari del Bas-Lag, in cui altre strane creature si possono incontrare, come le Khepri, già conosciute in New Cobruzon. Abbiamo poi i Crostaggiosi, umanoidi dal sangue che si coagula immediatamente al contatto con l'aria e che sfruttano questa caratteristica infliggendosi ferite in modo da formarsi delle spesse corazze protettive. Le Cactacee sono invece degli uomini-cactus, muscolosi essere vegetali dalla pelle irta di spine e dalla forza nerboruta. I Grindylow infine una pericolosa razza di uomini-pesce che controllano il Gengris, l'istmo di terra che separa l'Oceano ingrossato dal mare interno di Mar Chela Fredda.
L'opera è un perfetto esempio di science-fantasy, un ibrido tra fantascienza e fantasy. Il variegato mondo del Bas-Lag conosce infatti la magia, la taumaturgia, ma l'approccio con cui è descritta è scientifico; i personaggi la considerano una forza della natura da imbrigliare e usare ai loro scopi. Gli dei sono entità cui taluni rivolgono preghiere, esistono templi e culti ma nulla di questo ha effetti concreti nella trama; potremmo quasi definire il Bas-Lag un mondo fantastico "ateo". La trama stessa del romanzo si basa su un complicato intreccio politico-commerciale, il cui primo motore è una specie di agente segreto di New Cobruzon, in possesso di conoscenze inestimabili che aprirebbero alla città orizzonti commerciali finora impossibili. Nessuna epica, nessun eroe; gli stessi personaggi sono persone che defineremmo normali, che perseguono i loro obiettivi, senza votarsi ad alcuna missione.
Si tratta quindi di un mondo fantastico ma interpretato in'ottica di fantascienza sociologica, in cui l'autore eccelle nella creazione e nella descrizione di una complessa rete di città, nazioni, luoghi, popoli, usi e costumi. L'orizzonte più ampio rispetto al capitolo precedente, consente di ampliare la conoscenza del Bas-Lag, non soltanto in termini geografici ma anche, diremmo, storici; numerosi sono gli accenni alla storia del mondo, a partire da una quasi mitologia invasione di esseri da un'altra dimensione, i fondatori dell'impero Testafantasma, che hanno lasciato un solco interdimensionale nel mezzo dell'Oceano, una Cicatrice dove l'univocità del reale viene meno.
Rispetto a Perdido Street Station troviamo un intreccio più lineare; l'autore divaga in minor misura in sotto-trame che possono compromettere la scorrevolezza del testo, permettendo al lettore di apprezzare interamente i complicati passaggi di un intreccio che, ambientato nel reale, definiremmo forse da "spy-story". Unica pecca, a nostro avviso, un finale un po' affrettato, brusco, nel complesso non all'altezza del resto dell'opera dato che sostanzialmente cancella l'evento cui tutto il resto del romanzo sembrava preparare il lettore...
Nel complesso, non possiamo comunque che dare un giudizio estremamente positivo per un'opera che rappresenta sicuramente una vetta raggiunta nel suo genere e che consigliamo caldamente in particolare agli amanti della commistione dei generi e a chi è alla ricerca di nuovi mondi da esplorare.

sabato 12 giugno 2021

Antologia MONDI SENZA FINE

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Traduzione dell'antologia Year's Best Science Fiction Thirty-Fourth Annual Collection con i migliori racconti del 2016. Le opere spaziano su una gran varietà di sotto generi e tematiche, con un'attenzione particolare al tema del cambiamento climatico con numerosi racconti ambientati in futuri più o meno vicini dove il mutamento del clima ha radicalmente modificato il pianeta e la vita su di esso. Il livello generale delle opere presenti è abbastanza buono, anche se nessun racconto inserito è davvero imperdibile.
Tra tutti i racconti presenti, ci sentiamo di raccomandare in particolare Innumerevoli Luci Scintillanti di Rich Larson, che ricorda i capolavori De Profundis di Murray Leinster e Tensione Superficiale di James Blish.