mercoledì 21 agosto 2013

LIVIDO di Francesco Verso

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Il romanzo è ambientato nel XXI secolo e l'azione si svolge quasi interamente nei sobborghi di una città imprecisata. Lo scenario futuro tratteggiato ha come protagonista assoluta la palta, i cumuli di immondizia che, quasi dotati di vita propria, invadono intere zone della periferia della città, diventando allo stesso tempo fonte di vita e di sostentamento per una larga fascia della popolazione. La stratificazione sociale corrisponde ad una stratificazione del consumo: gli oggetti vengono usati, abbandonati, riusati, abbandonati nuovamente passando per tutta la gerarchia, dai "primi consumatori" all'ultima schiera di derelitti. E' grazie ai riciclatori, che ogni giorno rovistano nelle immense discariche alla ricerca di oggetti da vendere o scambiare, che la palta non seppellisce ogni cosa. Mentre la periferia e i suoi abitanti sono impegnati nella guerra quotidiana con la palta, l'inquinamento, l'acqua e l'aria venefiche che ammorbano i corpi, gli eletti che abitano nel centro della megalopoli hanno ottenuto la possibilità di realizzare il miraggio della vita eterna, uploadando le proprie coscienze su supporti elettronici e utilizzando corpi artificiali, diventando così nexumani. Il protagonista del romanzo è Peter Pains, nato e cresciuto a Colle Vasto, una delle zone più degradate della città, e fin da piccolo abituato a lavorare e lottare contro e nella palta, sacrificando anche una gamba e un braccio. Imberbe quindicenne, Peter si innamora perdutamente di Alba, una stupenda ventitreenne che gestisce un'agenzia viaggi dal nome sognante: Cieli Boreali. Alba non è però la ragazza che appare e per coronare il suo sogno d'amore Peter dovrà attendere diversi anni e lottare con Charlie, il suo fratello maggiore, cui è legato in un rapporto morboso fatto di odio e rivalità. Il romanzo richiama e coniuga diverse differenti tematiche: l'elemento distopico innanzitutto, nella descrizione di un contesto ambientale e sociale in profondo degrado; l'elemento introspettivo, che porta il lettore a immedesimarsi nella psiche di Peter, con i suoi sogni, i suoi traumi, i suoi conflitti; infine, la riflessione morale e filosofica sulla vita artificiale, con accenni ai dilemmi bioetici e legali che essa comporta. Il contraltare di tale varietà, e forse il più grosso limite dell'opera, sta nel fatto che nessuno di essi, sia la polemica ecologista o la denuncia del degrado urbano o ancora la descrizione della comunità nexumana, è realmente approfondito. L'intreccio è ben costruito, con una corretta ponderazione di mix di scene di pura avventura e momenti di pausa e riflessione, nonostante che alcuni "buchi temporali" siano difficilmente comprensibili (l'amore struggente di Peter può risvegliarsi dal nulla dopo una decina di anni?!). Il lettore entra da subito in empatia con Peter, il protagonista, per il quale è impossibile non provare affetto e commozione per il suo sogno d'amore e le sue disavventure. Nel complesso, Livido, costituisce sicuramente una lettura interessante e appassionante, capace, come già detto, di coniugare con successo diversi generi di Fantascienza.