domenica 31 luglio 2011

MILLEMONDI ESTATE 1994

Antologia di bassa qualità, con alcuni racconti davvero infelici, tra cui soltanto Ospite d'Onore di Robert Reed e Le Sepolture di Thomas M. Disch meritano davvero la lettura

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martedì 12 luglio 2011

CAULDRON FORNACE DI STELLE

L'opera è ambientata in un XXIII secolo che ha accantonato i viaggi spaziali. Esiste la tecnologia che permette i viaggi iperluminari e divere missioni umane hanno anche trovato vita intelligente ma i costi e altre priorità, l'emergenza climatica in primis, hanno frenato la corsa verso le stelle. I protagonisti del romanzo appartengono alla ristretta schiera di coraggiosi che continuano a lottare per esplorare il cosmo, tra loro la figlia di chi, il secolo prima, aveva captato il primo messaggio alieno. Tutto cambia quando un geniale fisico scopre un nuovo metodo di propulsione che aumenta di centinaia di volte la velocità raggiungibile. I nostri eroi possono così imbarcarsi in una favolosa missione fino a raggiungere il cuore della galassia, per scoprire le risposte ad alcuni dei quesiti che ancora non hanno ricevuto risposta...
L'autore riesce a rendere bene l'atmosfera, quel senso di tristezza e insoddisfazione che permea i protagonisti che lottano contro l'abbandono dello spazio prima della strabiliante scoperta che li porterà dove mai nessun uomo era stato prima. La prima parte del romanzo, incentrata sul fallimento dei primi esperimenti della nuova propulsione e sul difficile avvio dell'impresa, rischia però di annoiare il lettore. La seconda parte, ambientata finalmente nel cosmo, sembra invece meno curata e manca completamente di originalità: la prima civiltà aliena che si incontra è, in maniera totalmente inverosimile, la fotocopia di quella umana mentre sul secondo pianeta visitato la festa è rovinata da un serpentone gigante. Forse un po' più di inventiva non avrebbe guastato, considerato anche che il viaggio avviene attraverso una semplice variante del solito iperspazio...
Nel complesso quindi un'opera discreta, con idee nel complesso banali e una trama valida a tratti, che si salva l'abilità dell'autore nel creare personaggi vivi, con emozioni e sentimenti palpabili.

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sabato 9 luglio 2011

DULA DI MARTE di Joe Haldeman

Il romanzo affronta uno dei temi classici della fantascienza, la colonizzazione di un pianeta (in particolare Marte) e l’incontro con una specie aliena senziente. Per tutta la durata del romanzo, la narrazione avviene dal punto di vista della protagonista, Carmen Dula, una giovane di 19 anni che, con la sua famiglia, fa parte di una delle prime spedizioni di coloni sul pianeta rosso. Gli eventi procedono in parallelo alla crescita interiore della protagonista, schema tipico di tante opere di Heinlein per esempio. La narrazione dagli occhi del personaggio si riflette anche nello stile di scrittura, caratterizzato da un vocabolario molto diretto e informale, periodi brevi, lessico “giovanile”.
La prima parte dell’opera è dedicata ad una minuziosa descrizione del viaggio, prima a bordo dell’Ascensore Spaziale e poi sull’astronave John Carter, con tutti i problemi, i fastidi, gli inconvenienti ad esso connessi (il cibo, l’igiene personale…). Qui Haldeman fa emergere tutta la sua preparazione scientifica e la sua abilità di grande scrittore di hard sf realistica.
Nella seconda parte dell’opera, Carmen, arrivata su Marte, deve adattarsi ai ritmi di vita della colonia, il tutto condito da un difficile rapporto con l’autorità in loco, secondo uno dei più classici degli schemi narrativi. Tutto cambia con la scoperta dei Marziani, che trasportano Carmen in un colpo solo nel mondo degli adulti e delle responsabilità. Molto ben riuscito è il ritratto di “Rosso”, il leader, se così si può chiamare, di questi alieni dalla cultura misteriosa, a loro stessi per vasti tratti sconosciuta, per motivi che saranno chiariti nel corso dell’opera. I momenti dell’incontro con gli alieni sono, invece, una delle maggiori lacune del romanzo, essendo completamente privi di quegli elementi di stupore, di incredulità o di terrore, insomma di quelle emozioni forti che, quali esse siano, devono obbligatoriamente contraddistinguere il “primo contatto”.
Nella terza parte dell’opera ritroviamo Carmen e gli altri personaggi, pochi anni dopo gli eventi narrati in precedenza. Gli eventi assumono una prospettiva molto più ampia con l’entrata sulla scena di nuovi e sconosciuti pericoli cosmici che minacciano la Terra medesima. E’ sicuramente la parte con maggior suspence dell’intero romanzo ed è un peccato che, forse per ragioni editoriali, finisca in maniera così sbrigativa, lasciando nel lettore quel senso di vuoto tipico di quei romanzi che terminano in maniera troppo brusca.
Nel complesso, Dula di Marte si tratta sicuramente di un buon romanzo, privo a dire il vero di idee particolarmente innovative, ma con una trama appassionante che tiene incollati alla lettura, uno stile scorrevole, veloce, divertente e mai noioso. Con qualche sforzo in più poteva diventare un nuovo grande classico, ma anche così vale sicuramente la lettura.

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