domenica 28 ottobre 2012

L'UOMO CHE CREDEVA DI ESSERE SE STESSO

L'UOMO CHE CREDEVA DI ESSERE SE STESSO: scheda completa Il protagonista del romanzo è Rick Hamilton, padre di famiglia e proprietario di una piccola casa editrice. Nel bel mezzo di una riunione di lavoro ha un terribile presentimento e si precipita verso il luogo dove proprio in quegli istanti sua moglie sta per morire in seguito ad un incidente stradale. Distrutto dal dolore, Rick si ritrova però improvvisamente trasportato in una realtà parallela, dove la moglie è ancora viva ma tanti piccoli dettagli divergono dal suo mondo originale. E, soprattutto, Rick deve convivere con Richard, il suo "io" parallelo così simile ma allo stesso tempo così diverso da lui... Il romanzo ha la struttura, i temi e le cadenze di un thriller psicologico, con tanto di classici triangoli amorosi, che utilizza dei temi fantascientifici più che di un'opera di fantascienza vera e propria. L'uso di teorie scientifiche tratte dagli sviluppi della meccanica quantistica, come l'idea del multiverso, è comunque funzionale all'opera e ben inserito nello sviluppo della trama; il romanzo non risulta appesantito da pedanti capoversi di spiegazioni pseudoscientifiche come accade purtroppo in altri scritti. Come detto, ad ogni modo, il tema del romanzo non sono i mondi paralleli o altre teorie fisiche bensì l'identità dell'"io", l'autocoscienza, la percezione e la natura della realtà, la definizione di sanità mentale. Se all'inizio il lettore è infatti convinto del viaggio del protagonista attraverso dimensioni parallele e manipolazioni del continuum spazio-temporale, verso il termine del romanzo, l'autore fa sorgere il dubbio che l'intera vicenda possa essere davvero un semplice frutto della follia. Il romanzo costituisce nel complesso una buona lettura. La trama, soprattutto nella parte iniziale e centrale dell'opera è scorrevole e intrigante; nella parte finale invece, anche per l'introduzione, sotto forma epistolare o di diario, di nuovi narratori, diventa a tratti eccessivamente contorta e involuta. Nei capitoli finali, infatti, gli eventi perdono una chiara consequenzialità logica e cronologica e il lettore deve prestare particolare attenzione per raccapezzarsi all'interno di strani vortici e paradossi logici e temporali.

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