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Il primo libro del ciclo è ambientato nel XXIII secolo: l'uomo ha colonizzato un secondo pianeta, Terranova, grazie allo sviluppo del volo spaziale a velocità superluminari. La fisica einsteniana si è dimostrata incorretta quando si raggiungono velocità simili a quelle della luce, rendendo così possibile il viaggio interstellare su lassi di tempo "normali", senza ricorrere quindi ad astronavi generazionali o variazioni del tema. La compagnia privata Starflight monopolizza il volo interstellare ricavando guadagni astronomici dalla migrazione di coloni da una Terra ormai sovrappopolata ed esausta verso la nuova frontiera di Terranova. A capo di questa compagnia troviamo una donna, Elizabeth Lindstrom, ritratta con le sembianze di una psicopatica omicida; da lei dovrà fuggire il capitano di una delle sue navi, Vance Garamond. Sarà proprio lui a fare la scoperta che cambierà il corso della vita dell'umanità: nella sua fuga disperata dalla Lindstrom e dalla Starflight egli infatti troverà una stella circondata da una struttura comunemente nota ora col termine Sfera di Dyson, ovvero una enorme, immensa sfera cava, il cui lato interno è perfettamente abitabile, inutile a dirlo perfetto per la vita umana...
Gli altri due libri sono ambientati grossomodo due secoli dopo: il secondo episodio si svolge prevalentemente su una Terra ormai quasi deserta dopo che l'intera umanità ha deciso di trasferirsi su Orbitsville, che ritorna invece protagonista nel terzo e ultimo volume. In entrambi gli episodi l'umanità e la sfera stessa entrano a far parte di una dinamica che coinvolge la vita intera dell'universo. La popolare teoria dell'universo ciclico, dove big-bang e big-crunch si alternano in un pulsare eterno viene accoppiata con la formulazione dell'esistenza di una particella legata all'emergere della vita cosciente, il mentone, la cui presenza può essere il discriminante, in termini di densità di materia-energia, per evitare la morte termica dell'universo.
Il primo volume, nonostante la caratterizzazione veramente insostenibile della Lindstrom, presenta quantomeno la vitalità delle opere di fantascienza avventurosa, di scoperta, simile ad una space opera classica. La descrizione della sfera orbitale non è malvagia, nonostante alcune lacune clamorose come il fatto che non venga mai fornita alcuna spiegazione plausibile per un clima al suo interno perfettamente adatto all'uomo e la descrizione sommaria di alcune specie aliene incontrate soprattutto senza che queste abbiano alcun impatto nella trama anche degli episodi successivi. I seguiti segnano un netto peggioramento con trame nel complesso banali, personaggi stereotipati e senza profondità; l'autore ha cercato di dare un minimo di contenuto inserendo nella trama concetti, il già citato mentone, alieni che intervengono nell'evoluzione stessa dell'universo e forse addirittura divinità, troppo più grandi rispetto al contesto.
Nel complesso quindi ci sentiamo di suggerire parzialmente la lettura del primo libro, l'originale, auto-conclusivo; i due seguiti non aggiungono niente di interessante.
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