mercoledì 6 aprile 2011

TERRA IMPERIALE di Clarke

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Anno 2276: l’uomo ha quasi completato la colonizzazione del sistema solare, stabilendo colonie e avamposti su quasi ogni pianeta, satellite o asteroide (soltanto Venere e i giganti gassosi resistono all’avanzata umana). Dopo un’era di caos e di conflitti, l’umanità ha raggiunto una condizione idilliaca mai toccata prima: la Terra è divenuta un pianeta-giardino popolato, dopo una lunga guerra contro la sovrappopolazione, soltanto da mezzo miliardo di esseri umani.
Malcom Makenzie è stato uno dei pionieri di questa avanzata: con tenacia e coraggio ha colonizzato uno degli ambienti più desolati del sistema solare, Titano, la luna di Saturno, per sfruttare le sue enormi riserve di idrogeno. Malcom ha mantenuto il controllo effettivo del governo di Titano, anche con la crescita della colonia, creando una vera e propria dinastia, ricorrendo alla clonazione (per un difetto genetico Malcom non può avere una discendenza normale) per generare suo figlio Colin che, a sua volta, ha iterato il procedimento portando alla luce Duncan.
Tocca ora a Duncan proseguire la tradizione recandosi sulla Terra per avere un erede. Le celebrazioni per il cinquecentesimo dell’indipendenza americana, per le quali un inviato di Titano è invitato sulla Terra, capitano a proposito sia per potersi recare sul pianeta madre dell’umanità senza dover fornire ulteriori spiegazioni sia per studiare il nuovo tipo di propulsione spaziale (la cosiddetta propulsione asintotica) che minaccia di rendere obsoleta la propulsione ad idrogeno, ponendo fine al ricco commercio di Titano. Le vicende di Duncan sono ulteriormente complicate dalla presenza sulla Terra, per misteriosi e forse loschi motivi, del suo più caro amico/rivale, con il quale è coinvolto in un pericoloso triangolo amoroso…
Banale dire che Clarke sia un grande scrittore, il cui stile, semplice, asciutto, chiaro, cartesiano è molto simile a quello del mitico “Dottore”, alias Isaac Asimov. Clarke mira sempre alla verosimiglianza tecnologica, il suo è un ritorno al quel “meraviglioso scientifico”, a quell’immaginazione futuristica che è stata alla base del genere fantascientifico. Detto questo, tuttavia, il romanzo in oggetto non è certamente una delle sue migliori produzioni: la trama è piuttosto scialba, priva di colpi di scena e in diversi momenti l’autore sembra voler insistere in misura eccessiva su alcuni aspetti di quello che egli immagina come futuro ideale (mi riferisco in particolare agli aspetti etici legati alla questione della clonazione e al contenimento delle nascite come alla scomparsa di vincoli morali riguardo la sessualità).
In sintesi, una discreta lettura, suggerita principalmente ai fan dell’autore.

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