venerdì 26 aprile 2013

Ciclo de IL LIBRO DEL NUOVO SOLE di Gene Wolfe

Scheda completa del Ciclo de IL LIBRO DEL NUOVO SOLE
Il Libro del Nuovo Sole si colloca all'interno di un particolare genere del fantastico, a cavallo tra la fantascienza e il fantasy, il cosiddetto science-fantasy. L'ambientazione del Ciclo è infatti tipicamente fantascientifica e si rifà alla tradizione della "Terra morente". Nei primi quattro libri l'azione si svolge interamente su un pianeta, Urth, il cui sole sta lentamente volgendo al termine della propria vita, irrorando una energia sempre più esigua verso il pianeta che trova un riscontro parallelo nel sentimento letargico, di cupa rassegnazione che avvolge la popolazione. Nel proseguio dell'opera appare chiaro come Urth sia in realtà la Terra di un lontano futuro, caduta in declino dopo che l'umanità ha conquistato e si è sparsa tra le stelle. La vita su Urth è regredita ad una sorta di Medioevo post tecnologico in cui ciò che sopravvive della vecchia scienza appare come magia e incantesimo. Sovrano del pianeta, anche se la sua autorità effettiva si estende solo ad una parte di esso, è l'Autarca, misterioso sovrano che governa dalla Casa Assoluta in Nessus, capitale del regno, circondato dalla sua corte di nobili, gli Esultanti. La trama e la tipologia di personaggi ricade così nella sfera tipica del fantasy, seppur con sforamenti continui nel fantascientifico dati dalla presenza di alieni sul pianeta e dalla consapevolezza di conoscenze e tecnologie andate perdute. Il protagonista principale e narratore in prima persona dell'opera è Severian, un ragazzo cresciuto dalla corporazione dei Torturatori, che mettono in pratica la loro crudele arte su ordine dell'Autarca e dei suoi magistrati. I primi quattro libri del ciclo, in un classico del fantasy, sono essenzialmente il racconto delle vicessitudini avventurose dei viaggi di Severian per Urth dopo l'esilio dalla Cittadella dove ha sede il suo ordine di appartenenza, patito per aver mostrato pietà per una delle vittime rinchiuse nella prigione. Soltanto nel quinto e ultimo capitolo della saga lo scenario si sposta da Urth verso lo spazio esterno con un chiaro e netto indirizzo più fantascientifico. Come ripete più volte, Severian è condannato a ricordare ogni momento della sua vita dalla sua memoria perfetta. E, lo confessa egli medesimo, è irrimediabilmente prolisso. Ed in effetti nel complesso l'intreccio risulta irrimediabilmente pesante, infarcito di digressioni, episodi, racconti nel racconto che appaiono superflui, inutili. Allo stesso tempo però l'unico punto di vista narrativo non facilita l'immersione del lettore nell'universo di Urth. Sono numerosi i punti di domanda lasciati aperti, episodi non chiariti, personaggi oscuri nel ruolo e nell'origine. L'autore confonde il lettore lunghi dialoghi o passaggi analogici, metafore, situazioni paradossali, assurdità, cambi improvvisi di ruolo e prospettiva. Le scene si susseguono una dopo l'altra con legami spesso labili, lasciando il lettore disorientato, come se spettasse a lui risolvere il puzzle mettendo assieme i pezzi che l'autore gli fornisce. Anche lo stile è spesso pedante, infarcito di termini arcaici e inutile retorica. Tutto ciò pregiudica il buon impianto concettuale, basato su una interessante rielaborazione di contenuti simbolici con evidenti richiami religiosi, e rende la lettura a tratti davvero faticosa e frustrante.

Nessun commento:

Posta un commento