domenica 18 settembre 2022

TRILOGIA DELLA TERRA SPEZZATA

vai alla scheda completa
Il ciclo è un'opera di science-fantasy ambientata in quella che si rivela essere una sorta di Terra futuribile. Quasi l'intera massa delle terre emerse è concentrata in un unico continente, l'Immoto, che, a dispetto del nome, è soggetto ad una continua ed intesa attività tettonica con conseguenti sismi e fenomeni vulcanici. A frequenza grossomodo secolare si scatenano eventi apocalittici, noti come Quinta Stagione, o semplicemente Stagione, che hanno ripercussioni sull'intero continente. Le flora e la fauna si sono adattate a questi periodici cataclismi, alcune specie animali ad esempio riconoscono la Stagione e cambiano completamente comportamento trasformandosi da quieti animali erbivori in feroci cacciatori. Lo stesso si può dire che hanno fatto gli uomini, creando comunità pronte ad affrontare periodi di sconvolgimenti climatici e conseguenti carestie mentre ognuno ha sempre pronto il sacco fuga contenente cibo e altri oggetti di prima necessità per sfuggire ai disastri naturali.
Il tessuto sociale si basa sulle com, comunità che possono essere piccole come villaggi o grandi come metropoli, che durante ogni Stagione, quando viene proclamata la Legge Stagionale diventano entità autonome e sovrane con l'unico scopo di preservare la propria esistenza. Yumenes è la città più grande del continente, capitale di quello che una volta era l'Impero Sanze, che porta il nome della razza che popola la fascia equatoriale; l'Imperatore è ora una figura puramente di facciata, senza alcun potere, stretto nelle mani di una cerchia di notabili.
Ogni persona appartiene ad una casta d'uso, in base alla sua funzione nella società e il relativo nome d'uso entra a far parte del nome completo accanto al nome proprio e seguito poi dalla com di appartenenza. Gli Elite sono coloro destinati a governare, i Resistenti sono individui specialisti della sopravvivenza, fondamentali soprattutto durante una Stagione, i Riproduttori sono scelti per il loro stato di salute e il possesso di tratti ereditari desiderabili, gli Innovatori sono studiosi, scienziati.
Un discorso a parte meritano gli Orogeni: essi sono la piccola minoranza di individui in grado di manipolare l'energia della terra e, per questo, di difendere sè stessi e coloro che li circondano dagli eventi estremi che scuotono l'Immoto. Nonostante ciò, essi sono però emarginati dalla società, indicati col dispregativo rogga perchè incolpati dell'odio di Padre Terra verso gli uomini, accusati di aver scatenato la sua ira. Molti rogga vengono uccisi da bambini quando il loro potere si rivela, spesso dai loro stessi famigliari. Coloro che riescono a sopravvivere vengono mandati in un apposito istituto imperiale, il Fulcro, dove vengono addestrati a controllare il proprio potere e a metterlo a disposizione della comunità. L'abilità un orogeno è misurata dal numero di anelli, da uno a dieci, guadagnati attraverso esami e incarichi via via più impegnativi.
Ogni orogeno è assegnato ad un Custode, individui di origine e natura misteriosa, la cui storia viene rivelata soltanto nei passaggi finali del ciclo, ma in possesso di poteri straordinari, col compito di controllare gli orogeni, difenderli ma al tempo stesso difendere anche gli altri dai loro poteri. Ancora più misteriosi sono i Mangiapietra, esseri umanoidi in grado di muoversi attraverso la terra e la roccia, che agiscono per motivi imperscrutabili, apparendo tra gli umani solo saltuariamente. Anche a riguardo della loro origine e natura, è soltanto negli ultimi capitoli che viene fornito qualche spiegazione.
Nel cielo dell'Immoto, o sepolti sotto terra, si trovano gli Obelischi, misteriosi oggetti ricchi di un potere arcano cui i più potenti degli orogeni possono attingere. Essi furono creati nell'epoca precedente alla creazione dell'Immoto stesso, al culmine della civiltà umana, prima che si innescasse il devastante meccanismo delle Stagioni. Nell'ultimo volume del ciclo, lunghi flashback descrivono gli eventi che hanno portato alla prima Stagione, la Devastante, tramite una sorta di resa epica del messaggio ecologista, in cui tutti i drammatici accadimenti sono in ultima analisi frutto dell'arroganza dell'uomo e del mancato rispetto verso il pianeta, Padre Terra.
Il ciclo ha sicuramente un'ambientazione originale, coniugando un world-building pseudo-fantasy con la tensione e i ritmi della fantascienza apocalittica. Fuori dal comune è la visione del pianeta come una costante minaccia, un'entità temuta dagli abitanti, consci della sua ira verso l'umanità; pensiamo non sia dovuto al caso l'utilizzo dell'appellativo Padre invece della comune Madre Terra. La società figlia delle costanti devastazioni delle Stagioni è resa in maniera plausibile e con la giusta dovizia di dettagli, senza ricorrere a pedanti paragrafi enciclopedici. Soprattutto nel primo volume, sicuramente il migliore, il ritmo narrativo si mantiene sempre elevato con continui cambi di prospettiva che non disorientano ma bensì coinvolgono sempre di più il lettore in un intreccio che si rivela via via più complesso. L'introduzione e forse l'abuso di una certa dose di misticismo panteista, basato su questa "energia magica" argentea che permea il vivente, è riscattato dall'ottima ricostruzione degli eventi che hanno innescato la prima Stagione, che permette di rispondere a tutti i dubbi del lettore sull'origine dell'Immoto e dei suoi misteriosi abitanti.
In conclusione, un'opera che sicuramente raccomandiamo a tutti gli appassionati del filone science-fantasy o più in generale di fantascienza sociologica.

2 commenti:

  1. Io l'ho subito letto come un fantasy vero e proprio, viene anche citata direttamente la magia ad esempio.


    SPOILER SPOILER anche se più in là (almeno dal secondo libro)
    si capisce che siamo in un remoto futuro e ci sono residui tecnologici di qualche tipo.



    La costruzione del secondo mondo è strabiliante e strabordante, con nomi, tipi, cose, poteri che si sommano in una prosa veramente umana. E questa umanità fa presa sul lettore attraverso un viaggio appassionante, sebbene forse un po' lungo.
    Da notare il lavoro sul linguaggio e chi mastica l'inglese non può non notare l'affinità di suono e di senso della parola rogga con nigga. Se si comprende questo, il romanzo assume il sapore della critica sociale abbinato a quello di una vicenda complessa ed aliena. L'ho trovato un lavoro colossale, e merita un plauso. Da notare la recente ristampa (!) nella collana dei 70 anni di Urania.


    RispondiElimina